la critica politica - anno III - n. 2 - 25 febbraio 1923

NOTE E COMMENTI Dopo tre ntesi. JI partito fasci sta non può non sentire più grave, dopo tre n1esi, il peso dell' enonne responsabilità che si è assunto. Un'opera anche illuminata . di ordinaria amministrazione che per qualunque altro governo avrebbe costituito un titolo di benemerenza costituirebbe per il governo attuale un titolo di demerito e una ragione d' insuccesso. Senza le condizioni eccezionali di fronte alle quali tutte le altre forze politico-parlamentari dimostrarono la loro assoluta impotenza la vittoria del fascismo non sarebbe stata possibile. Nel corso di pochissimi anni v'è stata - non si può non ricohoscerlo - una trasformazione profonda della psicologia popolare. L'esperimento dittatoriale ha trovato e trova opposizioni scarse e poco decise appunto perchè si ha ragione di pensare che solo ad esso siano aperte tutte le possibilità di soluzione e di realizzazione. Alla tacita confessione d' impotenza da parte dei partiti, di tutti i partiti, si accompagna da parte dei cittadini l'attesa messianica del miracolo. Non importa sapere dove si va purchè dall'attuale situazione di crisi si esca, purchè si arrivi ad· un assestamento. E poichè il fascismo ha orgogliosamente affermato - solo fra tutti e contro tutti - di posse- . dere tale certezza, di volere e di sapere quel che gli altri volere non seppero, e non v' è ora ragione di opporsi, il pubblico attende, vuol vedere il miracolo. Ma lo vuole vedere. E molto preBiblioteca Gino Bianco sto. Se Mussolini pensa di poter assegnare ali' esperitnento del suo governo un lungo timite di tempo evidentemente s'inganna. Il passato recente dovrebbe avergli insegnato che stiamo attraversando un periodo in cui ~ sentimenti e gli orientamenti del pubblico mutano con grande rapidità. La stessa vittoria del fascismo è là a dimostrarlo. Fra trene anni gli avvenimenti di oggi troveranno, non v' ha dubbio, una più esatta e più coscenziosa valutazione. L'azione del fascismo al Governo non può, però, assegnarsi per lo svolgin1ento della propria opera un termine di trent' anni e nemmeno di dieci. Dev'essere rapida e precisare fin dai primi atti il proprio orientamento. Ora dei tre primi mesi di governo fascista è l' orientan1ento appunto che non si vede affatto distinto. Si torna a ripetere che il fascismo non deve farsi guidare da soluzioni preordinate. Ma se ciò poteva essere consentito al Partito non può essere consentito al Governo. Il Governv deve risolvere. Mancando una linea, un metodo, una concezione organica d'insieme, le soluzioni particolari possono accrescere la confusione e il disordine. È o non è la riorganizzazione dello Stato nazionale il compito che il fascismo si è prefisso ? E allora è il criterio generale che deve ispirare i particolari e non questi quello. Mobilità di atteggiamenti, indifferenza per i principt e disprezzo per i programmi preordinati che sono state per il fascismo qualità tattiche utilissime sul terreno delle competizioni

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