• 78 LA CRITICA POLITICa Ferrari allora si domanda in Parlamento: (: Era forse naturale che uno Stato si estendesse a tutti gli Stati? > Ma Cavour annulla tutte le obbiezioni, colla forza degli interessi, assimilando e corrompendo. Ed un anno dopo, nel 1862, quando Cavour è morto e le basi della politica monarchica sono ormai definitivamente poste, Ferrari in pieno Parla1nento pubblica1nente riconosce :· < Voi non sentirete da me una parola contraria al Conte Cavour che ha compiuto l'opera sua e ci ha viqti. La terra potrebbe girare mille volte intorno al sole, che il Conte , di Cavour ci avrebbe vinti. Egli ci ha superato, ci ha vinti I >. Morto il Conte di Cavour, i successori non potranno che seguitarne la politic~, e tutti i rivoluzionari finiranno per collaborare colla Monarchia per la sua stabilizzazione nell' Italia unita. I bisogni della vita privata e le necessità di quella pubblica spingeranno a conversioni ed a voltafaccia; e quelli tra i rivoluzionari che non cederanno al denaro, soccomberanno alla vanità del potere od ali' invidia della fortuna, guadagnata dai primi ad arrendersi. La Monarchia divenne il centro ed il caposaldo della nazione : i sistemi dello Stato piemontese si imposero a tutti ed il movimento rivo• luzionario, creatosi attorno al pensiero di Mazzini, di Ferrari, di Cattaneo ed all' azione di Garibaldi, rapida1nente si spense. L'opposizione alla Monarchia del partito repubblicano divenne inefficace e decorativa: restava solo Mazzini intransigente, poichè anche Garibaldi finiva per rendere omaggio alla Monarchia. Il n1ovimento rivoluzionario era vinto 1 Le sue energie s'erano esaurite nel moto unitario, e sulla impotenza a concretarsi in un movimento innovatore, co1ne sull'incapacità dei vari Stati della penisola a respingere l'ondata unitaria data la mancanza di una aristocrazia fondiaria, s'è assisa vittoriosa la Monarchia di Savoia. L'unità doveva essere contro di lei e fu il mezzo della sua espansione. L'unità doveva inquadrarsi in un nuovo regime di libertà ed invece l' Italia compiuto il moto unitario, si trova chiusa nella cappa di piombo dello Stato pie1nontese, accentratore e burocratico. 3. - Tuttavia il moto di condensazione, le cui basi erano state poste dalla grande politica del Conte. di Cavour, non offriva al nuovo Stato garanzie sufficienti di conservazione. Socialmente su quali ceti poteva esso contare? Mancava - abbia1no detto -:- nella penisola, una vera aristocrazia fondiaria che, come negli altri Stati d' Europa, fosse il nucleo centrale di conservazione e l'elemento dirigente dello Stato. Le masse rurali erano state avverse ed assenti dal moto unitario, erano antistatali per natura, ed il solo elemento di salvezza per la Monarchia ~ra allora nella loro esclusione dalla vita politica. Il ceto industriale non esisteva che in proporzioni irrisorie, in qualcuna delle maggiori città della penisola ; le minoranze piccole e medioBiblioteca Gino Bianco .
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