... l DATI. STORICI DELLA POLITICA DELLA MONARCHIA SABAUDA 77 I' avevano appoggiata per realizzare l' unità, la Monarchia doveva costituire il mezzo; l' unità doveva seguire un nuovo assetto statale. Ma dopo i1 '60, quando il periodo epico dell' unità era finito, la Monarchia da 1nezzo diventa fine, e per l' abile politica ca~ourriana assimila nella propria orbita le frazioni rivoluzionarie. Fu quello il periodo più difficile e decisivo per la Monarchia piemontese.• 2. - Il problema era dei più ardui; bisognava combattere con ogni mezzo le frazioni rivoluzionarie, assorbendone i migliori elementi ed imponendo ali' Italia l'organizzazione accentratrice e burocratica dello Stato piemontese. Cavour fu l'esecutore insuperabile di questa_ politica in cui furono posti e vanno trovati i dati politici della Monarchia dei Savoia. , La grandezza di Cavour come uomo di Stato è tutta nella lotta che egli sostenne contro i rivoluzionari, assitnilandone quanti potè, creando agli altri una_ atmosfera insostenibile e dissolvitrice, e sviluppando at- . torno a sè, vincendo ogni pregiudizio, le clientele e le camarille, garanzia di ogni governo. Poichè l'unità si realizzava non per una rivoluzione, ma per la conquista monarchica, ma come l'espansione della Monarchia, i conservatori dello Stato borbonico, come quelli dello Stato di Parma e del Granducato di Firenze, poterono agevoltnente addensarsi attorno allo Stato pie.montese, e divenirne i 1nigliori ele1nenti conservatori. . .. Cavour nella sua politica assimjlatrice, non ha pregiudizi : sa che i conservatori di ieri saranno anche i conservatori di oggi : basta non escluderli dai favori, ed egli assimila indifferentemente attorno alla Monarchia le camarille dei governi 1nonarchici di Napoli e quelle dell'Emilia. La sua politica fu di seduzione a tutti gli elementi che nei vari Stati della penisola più avevano avversata e combattuta l'unità, e di ostilità implacabile ai rivoluzionari che non si piegavano alla Monarchia, non accetta vano di servirla. L'esercito e la burocrazia iurono i due elementi assi1nilatori, i due spacci di favori per cointeressare ed addensare le nuove clientele attorno alla Monarchia Sabauda. I rivoluzionari convertiti alla Monarchia furono contrapposti ai repubblicani intransigenti, e, come tutti i convertiti, furono i più feroci ed i più spietati contro gli antichi compagni di fede. Còsl a Giuseppe Garibaldi, che rimprovera nel Parlamento pie1nontese Cavour per la cessione di Nizza, e lo accusa di aver arrestato la rivoluzione ·trionfante nel Mezzogiorno, con ogni insidia e con la provocazione della guerra civile, a Gar.ibaldi che diveniva un pericolo per la Monarchia piemontese, con le sue glorie, con il suo nome, con la sua spavalderia, il Conte di Cavour oppone Bettino Ricasoli. Nelle fa~ose giornate del 15, 25, 26 e 27 marzo 1861, avviene l' ultimo scontro di Cavour con i rivoluzionari. Biblioteca Gino Bianco
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