la critica politica - anno III - n. 2 - 25 febbraio 1923

54 LA ~CRITICA POLITICA leva sul capitale propugnata dai laburisti ; visto che in ogni caso nè liberali nè laburisti sarebbero stati in grado di governare altrimenti che con una nuova coalizione, anche più instabile dell'esistente, il solo modo di por fine al coalizionismo era di votare per l'unico partito compatto, il conservatore, cercando però di non dargli una 1naggioranza eccessiva. Ed è quello che ha fatto il corpo elettorale inglese. Perfino capi d' in- ,-dubbia fede liberale, co1ne Lord Grey e _con1el'ex-Cancelliere dello Scac- •-Chiere, Sir Reginald Mackenna, non esitarono a dire, prima delle elezioni, 1 ·tChe questa era la sola via d'uscita. E se è certo che centinaia di migliaia di voti lib~raJi andarono ai laburisti è anche certo che altre centinaia di n1igliaia andarono ai conservatori. Questa diagnosi è confermata dalle polemiche postelettorali tra liberali fautori e liberali avversi alla Rappresentanza proporzionale, dalle quali, a mio parere, questi ultimi, con alla testa Sir Edward Jenks emergono di gran lunga i più forti. La pri1na e più indispensabile cosa per un paese e preferibile all'anarchia è avere un Governo per quanto cattivo. Se poi si vuole un Governo efficiente esso avrà tanto più probabilità di essere efficiente se è costituito da uomini uniti, anche più che da un programma comune, da quegli elementi impalpabili che sono comuni gusti, comuni tradizioni e un comune punto di vista e sentimento di fronte a tutti i proble1ni; condizione questa soddisfatta da uomini appartenenti a uno stesso partito ben organizzato e ben disciplinato. Se poi si vuole a un ten1po un Governo efficiente e un Governo responsabile, il 1niglior modo di ottenerlo sarà di dar l'opportunità a vari partiti di arrivare ciascuno al potere, il più possibiln1ente da sè. Badiamo bene. Ove vi sono più di due o tre partiti si verificano inevitabilmente varie conseguenze : o il potere esecutivo può giocarli l'uno contro l'altro ; o essi rendono itnpossibile un potere esecutivo efficiente e stabile; la gara pel potere diviene fine a sè stessa ed il pubblico, che non ha molto tempo da perdere e che non arriva ad avere idee chiare sulle distinzioni e opposizioni tra i vari partiti e tra quelli d'opposizione e quelli al Governo, riman disorientato e cessa o diviene incapace di far da arbitro tra il Governo e l'opposizione su questioni concrete. Laddove se vi sono solo due o tre partiti e se su ogni questione concreta - fiscale, amrninistrativa, internazionale, ecc. - è chiaro ciò che il Governo vuole e perchè e ciò che l'Opposizione vuole e perchè, divien facile all'opinione pubblica far sentire la sua pressione e se si sente la neces- .. sità d'un appello al paese, questo è stato educato dal dibattito a capire su che cosa in concreto è chia1nato a decidere; non solo: ma l'opposizione che sa di poter essere ad ogni momento chia1nata alla prova è fatta di persone serie ed è non meramente critica ma costruttiva. Solo così il pubblico è arbitro e si governa da sè e il Parlamento non diventa un mondo a sè e rimane uno strumento di controllo e d'iniziativa. In altri termini il primo scopo d'una elezione e il primo compito d'un . BibliotecaGino Bianco

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