IL PROBLEMA DELL'UNITÀ SINDACALE 67 tito o di governo, la politica per la conquista dei poteri, la politica elettorale e parlamentare, su cui lo stesso proletariato è diviso in n1ille pareri diversi, allora bisogna che l'organizzazione sindacale non se ne immischi. Per vivere e raccogliere sotto le sue bandiere i proletari di tutte le fedi e di tutti i partiti, il sindacato deve essere indipendente dai governi in funzione e da quelli in potenza, vale a dire da tutti i partiti senza eccezioni di sorta; e per la speciale attività politica che rientra nelle sue funzioni e necessità, adottare quelle forme co1nuni a tutte le parti e che possono essere esplicate direttEtn1ente dall'organizzazione, con le sole sue forze ed i soli suoi mezzi. I partiti potranno, se vorranno - e pel resto niuna forza, anche volendolo, potrebbe loro itnpedirlo, - aiutare quei movimenti economici e sindacali che loro piacciano. Ma l'organizzazione sindacale non deve derivarne in1pegni o legami di sorta. La sua autonomia e indipendenza deve essere assoluta da tutti i partiti, da tutte le chiese ed anche da tutte le scuole ideologiche. Non deve cioè far suo alcun " credo" specialè: nè religioso, nè ateo, nè nazionalista, nè antinazionalista, nè monachico, nè repubblicano, nè individualista, nè socialista, nè statolatra, nè anarchico. * * * . Con questo -io non voglio dire che gli operai, personalmente, debbano essere dei senza partito e senza idee. Al contrario, guai se ciò avvenisse 1 Gli operai, organizzati o no, dovrebbero tutti avere una fede, delle idee, una molla interiore morale e spirituale ; e quando non l'hanno è un male, poichè Fassenza d'una propria fede li rende più facilmente schiavi dei governi e dei padroni. Sarà per ciò inevitabile eh' essi, fuor dell'organizzazione di mestiere, appartengano a quel partito di cui il programma appaga di più il loro intelletto e l'anima loro. Parteciperanno per ciò gli operai alla vita pubblica, esteriore all'organizzazione, secondo i propri criteri, faranno propaganda delle loro convinzioni politiche, ecc. Il sindacato deve ad essi riconoscerne la più atnpia libertà, nè porvi impediinento alcuno, limitandosi a chiedere in cambio a tutti di non portare i loro dissensi politici nel can1po dell'organizzazione e dell'azione di classe da questa sviluppata. Sarà inevitabile che più o 1neno appariscentemente l'organizzazione abbia delle tendenze generali di metodo, d'indirizzo o di sentimento in armonia con le tendenze mentali e politiche delle maggioranze organizzate: ma tali tendenze naturali debbono trovare un limite, oltre il quale non sia possibile andare per nessuna maggioranza e neppure per la unanimità, nei patti fon- .. damentali, costituzionali, dell'organizzazione operaia. · Poichè non c' è nulla di perfetto al n1ondo, la sottile astuzia politica troverà bene ogni tanto qualche scappatoia per eludere anche il più perfetto degli statuti. Ma noi siamo in grado oggi, dopo un'esperienza più che ventennale, d'eliminare 1nolti errori e molte cause di deviazione e di degenerazione, in ":lodo da provvedere a garantire una tale neutralità dell' organizzazione operaia, che nessuno dei suoi componenti abbia a sentirvisi a disagio o sia impegnato materialmente o moralmente in un senso contrario alla propria ~oscienza ed alle proprie opinioni. Non sarebbe affatto difficile stabilire dei patti fondamentali, che garanBiblioteèa Gino Bianco
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