la critica politica - anno III - n. 2 - 25 febbraio 1923

• 64 LA CRITICA POLITICA ostacola < in modo praticamente insormontabile l'uso delle macchine agricole già ·esistenti in Paese, tanto che in molti casi l' agricoltore ha più interesse ad acquistare una macchina nuova che a provvedersi i pezzi necessari a ri1nettere in efficienza la n1acchina che già possiede > ! E se se ne vuole una prova, basti citare quello che si verifica per gli aratri : l'aratro intero paga per dogana L. ·130,40 ; il corpo separato (che è la parte più delle altre soggetta a logoro e a rotture) paga per dogana L. 1.4 7.20, circa 17 lire di più ! E trascuria1no pure altri esempi. * * * Le conclusioni a cui è consentito pervenire - dopo un esame della tariffa doganale attualn1ente in vigore - sono queste : . a) I dazi spesso non sono protettivi, ma proibitivi; b) Quel che è più grave, si sono colpite merci o che non vengono prodotte in Italia assolutamente o per le quali comunque la produzione italiana non sarà 111aisufficiente che a coprire una piccola parte del . . consumo; c) I lauti guadagni che la forte protezione accorda a certe industrie fanno sì che venga a 1nancare qualsiasi incitamento a meglio produrre e quel che è peggio ad aumentare la produzione stessa, anche quando · questa sarebbe certamente assorbita dal consumo nazionale; d) Scoraggiamento e pesi enor1ni che direttamente o indirettamente gravano sulle industrie, le quali non sono protette e ogni iniziativa viene grandemente lirnitata per le spese enor1ni d' impianto cui gli industriali debbono sottostare ; e) L'arbitrio regna sovrano nell'applicazione della tariffa, per l' intricato suo meccanismo, resa ancora più odiosa per il fatto che spesso per la mancanza di norme precise, chiare, si presta alle più paradossali e assurde interpretazioni, favorite spesso da illecite intromissioni. Gli importatori non sanno a quale onere doganale debbano sottostare, a parte le oscillazioni dei cambi. Le conseguenze di questa condizio.ne di cose nella vita economica non possono che essere graviss~me. Chiunque è capace d' intuirle : ma gli uomini che sono ora al Governo non possono fingere d'ignorarle. L'on. De Stefani (econo1nista, tra l'altro) e l'on. Mussolini hanno fatto altre volte esplicite dichiarazioni ,in senso liberista. Vedremo come se ne ricorderanno ora ·che sono al governo e che nessun ostacolo si para loro davanti fuor che la loro volontà. Altri uomini di governo potevano di fronte al proble1na rilnanere esitanti per ragioni di equilibrio, di opportunità, di necessità anche. Essi no. L. SPERANZA ' Biblioteca Gino Bianco

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