la critica politica - anno III - n. 1 - 25 gennaio 1923

• NAZIONALISTI E FASCISTI 9 determinazione e i vantaggi dell'altra (1). E s'iscrissero, liberali, conservatori, esponenti di partiti e clientele locali-bocciate di fronte alla pubblica opinione e che si erano rassegnati oramai alla propria liquidazione, agrari offesi nei loro interessi, piccoli borghesi pavidi, preoccupati del nuovo, di ogni nuovo, nella fiducia di trovare tra i nazionalisti la loro naturale posizione e loro salvaguardia. Quando poi il fascismo apparve destinato a prevalere e non fece più mistero delle su'e intenzioni di conquista dello Stato, anche l'attività dei nazionalisti s'intensificò. Il reclutamento degli uomini fu fatto su più larga scala, non guardando più alla classe sociale di provenienza e· ai precedenti politici dei nuovi adepti, speculando sulle preesistenti divisioni locali di partito e di clientela per modo che se gli aderenti di una parte passavano, più o meno spontaneamente, ai fasci, si andava _subito a cercare gli uomini della parte avversa. Pure nell' ordinamento si ebbe cura di addottare criteri identici a quelli dei fasci, le camicie azzurre vennero trasformate in 1nilizia armata con legioni e coorti, si creò un Comando Generai e, si ·nominarono ispettori di zona, si concessero gradi, s'istituirono fregi, decorazioni, ricompense. Il nazionalismo si presentò così molto presto di fronte al fascismo con1e una forza concorrente e n1oderatrice. In tale veste apparve nelle giornate della marcia su Roma. I suoi maggiori esponenti assunsero in tale occasione, con grande impegno, il compito di 1noderare le pretese del fascismo e di trattenerlo sul terreno del più perfetto lealis1no dinastico. Il tentativo di risolvere tutto con un Gabinetto Salandra, nel quale i fascisti avrebbero finito coll'avere una parte di second'ordine, non -riuscì solo perchè Mussolini vi si rifiutò energicamente. Ma nell'avere evitato un urto che poteva riuscire pericoloso per la Dinastia e nel1' aver determinato il fascismo ad una im1nediata e grandiosa manifestazione di omaggio e di fedeltà al sovrano, i nazionalisti si sono attribuiti il merito p~incipale. L'Idea lvazionale, magnificando l'opera svolta dai suoi in quelle giornate, vi accennò in modo assai chiaro. La n1obilitazione nazionalista, ordinata al terzo giorno, non volle essere soltanto una manifestazione di fraternità verso i fascisti, ma volle pure avv.ertire che la Dinastia avrebbe trovato sempre una rnilizia fedele, pronta a difenderla. Dopo la vittoria questa particolare posizione del nazionalis1no di fronte al fascismo si è venuta n1aggiormente precisando. Se il fascismo continuò a reclutare nuove forze in ogni campo, facilitato dalla conquista ottenuta, il nazionalis1no raccolse - in relazione alle primitive forze rispettive dei due movin1enti - ancora di più. « Alla vigilia della marcia su Roma, e più accentuatamente nel periodo successivo - dichiarava il dott. Preziosi (2) - il nazionalis1no, evidente- (1) Molte famiglie bempensanti hanno preferito scegliere una via di mezzo, dove c'erano almeno due giovani uno fu fatto iscrivere tra i nazionalisti, l'altro ai fasci, mentre il genitore si tenne fuori dall'una e dall'altra, nella posizione più comoda di simpatizzante per i due movimenti. I casi sono frequentissimi e ciascuno ne avrà qualcuno da indicare. (2) In una intervista nel Giornale d'Italia del 31 dicembre 1922. Biblioteca Gino Bianco

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