NOTE E COMMENTI 51 qualche parte essere anche difettosa e promette che « col tempo, coll'esperienza dell'applicazione i difetti del sistema, se difetti ci sono· e risulteranno, se ne trarrà ammaestramento per le eventuali correzioni ». Che il Governo ammetta di non aver fatto opera perfetta è già qualche cosa. Peccato che esistano sufficienti motivi per ritenere che abbia fatto opera sbagliata di sana pianta J E i risultati s'incaricheranno 1nolto presto di dimostrarlo. NOI RECENSIONI G1ut10 DouHET: Diario Critico di Guerra (Anni 1915 e 1916). Due Volumi. Roma, G. B. Paravia e C. Editori. - L. 36. È doveroso riconoscere al colonnello, ora generale, Douhet il merito di aver visto e capito la guerra fin dai suoi inizi. È un merito che è stato di pochissimi e, purtroppo, tutti fuori degli alti comandi. Ma tra i pochissimi solo il Douhet ha cercato in tutti i modi, per vie dirette e indirette, formulando proposte, presentando memoriali, sollecitando il concorso e l'appoggio di uomini politici, di influire sulle direttive della guerra in senso giovevole al nostro paese. Per tale interessamento - un suo memoriale all' on. Bissolati sulla condotta della guerra essendo stato smarrito dalla persona che l'aveva avuto in ·consegna e rinvenuto dalle autorità militari - il colonnello Douhet fu, nel settembre del 1916, tratto in arresto, processato e condannato a un anno di reclusione militare. . Si vuole che il Douhet possegga un temperamento troppo vivace, facile alle asprezze, ipercritico e che ciò abbia sopratutto inibito una sua utilizzazione effettiva in quel ramo nel quale indubbiamente più di altri avrebbe portato preparazione, competenza, lucidità di visione; in quello dell'aviazione militare. Può anche darsi che sia così. Ciò però, non toglie che egli abbia visto quello che gli altri, che erano più in alto di lui e che avevano le responsabilità della suprema direzione della guerra, non vider0 e che la sua azione personale (ispirata anche da un alto sentimento di dovere nazionale come fu pili tardi altamente riconosciuto) mentre procurò a lui un anno di reclusione militare non sia servita ad influire minimamente sulla condotta militare della gueriblioteca Gino Bianco .. ra. Della quale com'è naturale - specialmente per tutto il periodo che precedette Caporetto - questo Diario critico, oltre che una legittima rivendicazione personale, vuole essere anche una severa requisitoria. E tale è, difatti. E tanto più formidabile in quanto non dettata dal senno del poi, ma scritta giorno per giorno, sotto la diretta impressione di ciò che avveniva e si faceva. L'unica osservazione a cui questo Diario può prestarsi - e sulla quale non mancherà chi v' insista - è che esso fu iniziato fin dal primo giorno con spirito ed intenzione di critica. Ma forse per questo è meno vero ed esatto quanto - attraverso documentazioni offerte spontanee dagli avvenimenti - vi si dice sulla nostra assoluta impreparazione militare alla guerra, sulla burocrazia militare, sui comandi superiori e su quelli inferiori, sulla guerra nelle .... retrovie e sopratutto sulla condotta della guerra, sull' impiego del materiale, sul1' inutile criminoso spreco di uomini? Ciascuno di noi che abbia fatto sul serio la guerra che l'abbia veduta e vissuta al fronte nella trincea, ha fatto, pur senza possedere nessuna speciale competenza, al solo lume del buon senso, molto spesso constatazioni e riflessioni identiche. Specialmente importanti sono in questo Diario le critiche che hanno riguardo alla condotta della guerra in quanto si addentrano in problemi di tecnica e di tattica e, sopratutto, quelle sulla importanza dell'impiego e dei compiti dcli' aviazione nella guerra moderna: qui il Douhet puù con maggiore diritto vantare di avere avuto ragione. Fu fatto solo molto più tardi e male, per l'aviazione, quello che egli sosteneva necessario fin dai primi giorni. Quali risultati non si sarebbero ottenuti se si fosse fatto fin d'allora quel che egli riteneva necessario, e quanti sacrifici, quanti dolori, quante umilazioni, quali disastri non si sarebbero risparmiati? Forse, presto, ritorneremo su questi due volumi. Le dure esperienze dei nostri quattro anni di guerra non devono andare perdute, tanto più che l'orizzonte non è affatto limpi- · do. Purtroppo non si può dire fino a questo momento, nemmeno dopo Caporetto, che se ne sia approfittato molto. Sembra al Douhet che nel dopo guerra la mentalità dell'alta gerarchia militare sia rimasta, come torre che non crolla, immobile e si presenti identica a quella che oi condusse a Caporetto. Speriamo che non sia , così. Ad ogni modo vorremmo consigliare i postumi glorificatori dei meriti militari del generale Cadorna a meditare e a confutare, ove sia loro possibile e per quello che è a loro po~sibile, questo diario che, comunque vogBa da altri essere giudicato, resta sempre interessantissimo.
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