la critica politica - anno III - n. 1 - 25 gennaio 1923

LA COOPERAZIONE NEL RAVENNATE 41 Questi statisti non dormono: non aspettano che tutto crolli attorno a loro, nè si lasciano fuorviare da interessi particolari o faziosi o da illusioni ottimistiche. Si preparano aci agire e studiano ; studiatJdo hanno compreso che l'associazione cooperativa degli operai italiani è la forma confacente allo spirito ed alle intenzioni dell'operaio moderno e può assumere funzioni di ricostruzione economica. Essi riconoscono che le cooperative dei lavoratori comportano garanzie che il lavoratore singolo non può dare e reggono compiti oltrepassanti la capacità dèll'operaio isolato; riconoscono che i vincoli dell'associazione - vincoli di solidarietà, moralità e disciplina - ottengono il buon andamento degli impegni assunti, contribuiscono al miglior rendimento del lavoro e trasformano l'operaio in cittadino coscientt! dei suoi doveri verso la collettività; che, infine, l'associazione cooperativa è la miglior scuola professionale, capace di trasformare l'operaio da non qualificato a qualificato e persino prepararlo professionalmente per cambiare mestiere (come p. e., nel caso del bracciante romagnolo che attraverso la cooperazione è diventato imprenditore ed esecutore di lavori ed ~gricoltore provetto). Questi risultati della cooperazione - verificatisi, fin'ora, solo in Italia - fanno concepire agli inglesi la cooperazione come un efficacissimo mezzo di creazione che non può essere sostituito, nella grande maggioranza dei casi, dall'associazione di capitali, dalla società anonima; e che rappresenta effettivamente, per i vincoli che vi si stabiliscono, per lo stimolo alla creazione fra i soci, un capitale incalcolabile, il cui investimento è assolutamente richiesto per salvare le Nazioni. Le Colonie - dicev'a1no - non vogliono accettare individualmente l'operaio industriale, che aggraverebbe le loro già difficili condizioni economiche ; ma accetterebbero emigranti già associati nel loro pae.se d'origine e muniti di capitali ed attrezzi per colonizzar le vaste plaghe incolte, poichè così potrebbero aprirsi nuove risorse e creare nuovi centri di attività molteplici, senza minare la stabilità di centri già prosperi. Solo in Italia si trovano tipi d'associazioni operaie atte a tali compiti e l'Inghilterra ed anche le Colonie, come, per esempio; il Canadà, mandano i propri delegati ad esaminare i loro metodi. Ho incontrato il delegato del Governo inglese a Rav:enna e l'~o accompagnato nel suo sopraluogo in Romagna; egli era colpito sopratutto della molteplicità delle fu·nzioni che la Federazione delle Cooperative della provincia di Ravenna può esercitare senza ricorrere all'aiuto di altri enti industriali ed agricoli. La Federazione associa n. 100 cooperative con soci n. 20.000; esse gestiscono complessivamente Ett. 10.000. L'Ente che assume e fa eseguire dalle sue cooperatrive associate bonifiche di terre palustri ed arriva fino a trasformarle in frutteti, che costruisce strade, ponti, porti e macchine e mobili ed organizza il consumo su vasta scala, che non si è fatto burocratico, ma agisce agilmente per mezzo degli organismi federati, che può spostare gruppi di operai organizzati e gli impianti meccanici fino ai punti più remoti della penisola, per collaborare collo Stato nella esecuzione di lavori pubblici, superando difficoltà neppure affrontate dalle imprese private, che esvlica vere e proprie funzioni pubbliche spesso precorrendo lo stesso Stato, che agisce non esclusivamente nel1' interesse dei suoi soci ma anche nell'interesse generale, che infine tra- · iblioteca Gino Bianco

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