36 LA CRITICA POLITICA persino fino al 3.5 °lo, che basta se in meno, ad assicurare_ l'esi~tenza ~i una azienda cooperativa agricola e se in più, a rovinarla. E s1 badi che gh operai prestano il loro denaro alle cooperative dietro interessi. più bassi di quelli che pagherebbero loro le banche. Molte cooperative furono sviluppate e salvate da questa tangibile devozione dei loro soci. Gli operai non hanno sete di denaro e Io provano in mille modi: per tale ragione possono esprimere tendenze sociali. La gente che si lagna degli alti salari che i lavoratori hanno finalmente conseguito e del loro cambiato tenor di vita dimentica di considerare come l'operaio impiega i suoi . . nsparm1. I dirigenti locali delle cooperative sono poi senza eccezione uomini di fede - anche se appartengono a fedi che la massa non segue. Alcuni cattolici praticanti dirigono cooperative socialiste: tutti li rispettano e seguono perchè sono innamorati delle loro aziende e non cercano altro che farle prospere. Essi lavorano per st-ipendi irrisori benchè la loro capacità professionale ed integrità morale siano ricercatissime. Non è raro il caso che i dirigenti rifiutino posti privati materialmente molto migliori e rimangano sul loro posto di combattimento, poichè tale può dirsi oggi, e sotto minaccie quotidiane alle loro persone. I dirigenti centrali sono laureati in agricoltura; la loro superiore coltura pr9fessionale è ri~onosciuta dagli Enti Pubblici, dai Tribunali ed anche dai privati che spesso li chiamano per fare perizie importanti; essi non sono se1nplici impiegati che vendano all'impresa il loro lavoro in data misura fissa ed entro dati limiti di tempo, ma sono degli idealisti che si dannogenerosamente e completamente all'opera e non lesinano nè tempo nè fatica nè ingegno alle aziende; non lavorano per sè stessi, essendo pagati male in confronto di ciò che potrebbero guadagnare altrove. Anch'essi sono presi dalla febbre di creazione sociale. Non spadroneggiano, non sono noiosi intellettuali; si fondono colle masse e coi dirigenti locali; non danno ordin~ a nessuno, ma vengono consultati da tutti; e consultano tutti; spesso 1nodestamente riconoscono che c'è da imparare anche dai semplici contadini e braccianti. È naturale che tali dirigenti, locali e centrali, suscitino spirito di assidua collaborazione nelle masse; la fiducia delle masse non solo si poggia su questo leale, reciproco e continuo affiatamento e sulla mutua stima, ma altresì sugli ottimi risultati ottenuti nei casi difficili e dubbi, ove l'opinione dei dirigenti contrastava con quella delle masse fu ciò non di meno seguita per disciplina. La Cooperativa, non cercando i grandi profitti, può pagare salari giusti ai lavoratori e vendere a prezzi giusti ai consumatori. Esse diventa in tal modo regolatrice di salari e calmier.atrice di prezzi anche nei riguardi delle aziende private. I lavoratori imparano a conoscere nella cooperativa le vicende ed i problemi della produzione e sanno quali salari potrebbero pagare i privati e quali prezzi potrebbero fare pur senza nuocere alla solidità ed al progresso delle loro imprese ; qui~di giustamente pretendono che si paghino loro tali salari e, come ~onsumatori, che si facciano loro tali prezzi. Non pretendono di più. , La cooperativa soddisfa dunque e lavoratore e consumatore; quest' ulBibliotecaGino Bianco
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