• , LA COOPERAZIONE NEL RAVENNATE 35 ·una tenuta di oltre 1000 ettari fosse quasi incolta, in condizioni deplorevoli e impiegante solo una diecina di famiglie di contadini in un momento in 'cui tµtti i < patriotti > predicav.ano di produrre di più. Non sapevano essi che la Federazione delle Cooperative della Provincia di Ravenna aveva proposto ripetutamente al proprietario assenteista di affittarle o venderle la tenuta a qualunque condizione egli credesse? La Federazione non ci badava al sacrificio: voleva a qualunque costo procurare lavoro ai disoc- · cupati. Il proprietario non volle far niente nè in economia, nè per tramite della Federazione . Le masse impazienti premevano; sentivano il loro diritto al lavoro. Non rimase altro che occupare la tenuta. Ed un bel giorno molti braccianti con potenti trattori .ed aratri meccanici invasero la tenuta ed incominciarono a coltivarla. Il fatto compiuto fu poi sanzionato da un contratto di vendita e la Federazione è entrata in possesso della tenuta dietro il pagamento di un prezzo stabilito dalle autorità statali. Più legalitari di così "se more »···· direbbe un comico popolarissimo. Ora questa tenuta redenta già per oltre la metà a prezzo di grandi sacrifici pecuniari della Federazione, produce abbondantemente e quando sarà I completa1nente bonificata - sempre a spese della Federazione - darà lavoro continuo a circa un migliaio di lavoratori. I suoi prodotti" potranno arrivare sul mercato di Ravenna e d'altre città a prezzi buonissimi e stabilire in tal modo un caltniere difensivo dei consumatori contro gli accaparratori poco scrupolosi. Cosl la Federazione serve dne volte la collettività; la prima, col diminuire la disoccupazione - funzione statale per eccellenza-; la seconda col vendere a prezzi giusti. GLI ELEMENTI DEL SUCCESSO L'iniziativa privata non è stata e non sarebbe capace di far tanto. Occorrono a simili imprese potenti mezzi 1neccanici, grandi capitali e sopratutto capacità direttive e tecniche non comuni, devozione e senso di sacrificio nei lavoratori. -Di tuttociò insieme t' imprenditore privato non può mai disporre ; gli mancherà almeno un elemento del successo. Se può procurarsi dei capitali ed attrezzi o se possiede capitale in proprio, gli mancherà la. fiducia degli operai, gli mancherà il direttore fidato; egli soprattutto è sempre guidato dal principio del 111aggior profitto possibile per cui si rende incapace di concepire l'organica visione dello sviluppo progressivo ed integrale dell'azienda -. lacuna grave dal punto di vista dell'economia generale - ; il suo fenno punto di vista del maggior profitto contingente gli rende nemico perpetuo il lavoratore ed il consumatore. La cooperativa invece, specie se fà parte di una Federazione come quella ravennate, dispone di tutti gli elementi che il successo permanente richiede. Se non trova denaro, i propri soci-operai gli prestano il loro lavoro in credito e spesso anche i loro piccoli risparmi; prestano il loro lavoro senza interessi ed i loro risparmi a tassi d'interesse molto minori che non ,esigano le Banche Private o Statali dalle Cooperative. Tale differenza arriva iblioteca Gino. Bianco
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