la critica politica - anno III - n. 1 - 25 gennaio 1923

ESPERIMENTI SOCIALI La Cooperazione nel Ravennate I Il movimento cooperativo della pro_vinciadi Ravenna è meritevole di molta attenzione : il suo sviluppo è imponente e 1,i hanno contribuito e vi contribuiscono uomini di partiti diversi e molto spesso contrastanti. Le so'le cooperative agricole socialiste e ,:epubblicane (le seconde quasi altrettanto forti delle prime) costitttiscono un blocco di 200 cooperative con 40.f!00 organizzati occupanti dai 16 ai 17 mila ettari di terreno. Per quanto g·li ultimi avi,eninienti abbiano portato profonde mutazioni negli elementi dirigenti di molte di queste cooperative e nel loro in.dirizzo politico, non si vede nè si ritiene possibile un mutamentonei criteri, nel metodo, nella funzione del movimento. I fascisti che oggi governano molte di queste cooperative, specie socialiste, non pensano affatto di seguire nel modo di condurre la cooperazione e nei criteri del suo impiego una via diversa da quella seguita nel passato. E ciò è molto importante. La· cooperazione ha avuto, nel maturarsi della nuova situazione, critiche molto aspre e severe, e quella ravennate in partìcolare ha avuto di esse la sua buo,naparte. È naturale che vi sia anche chi vigorosamente la difenda. La difesa di certe forme di atttvità cooperativa - oggi in cui non può essere de• terniinata dalla preoccupazione di conservare alcune posizioni privilegiate di persone o di partiti -può giovare assai ad una loro valutazione obiettiva. L'autore dello scritto che oggi pubblichiamo è un appassionato studioso dei problemi dell'organizzazione operaia ed è l'unico che in Italia abbia richiamato l'attenzione degli organizzatori e degli operai sul Gildismo inglese, divulgandone i principl in numerosi scritti che vennero poi dal Rigola raccolti in alcuni volumetti della sua collezione dei Problen1i del Lavoro. Del 1netodo di cooperazione seguito nel ravennate - in cui vede una specie di pratica applicazione del gildismo - il -nostro autore è ammiratore sincero, conte entusiasta è dei risultati. Nel pubblicare oggi il suo interessante studio reputiamo opportuno indicare anche il nostro punto di vista. Le benemerenze che la cooperazione agricola di lavoro ha acquistato in Romagna e in special ,nodo nella provincia di Ravenna sono fuor di dubbio grandi. Nessun romagnolo, operaio o borghesç, vorrà disconoscere che se nella regione immense estensioni di terreno sono attualmente conquistate al lavoro e alla produzione, ciò è merito delle organizzazioni cooperative operaie. Le quali, però, non avrebbero potuto co,npiere cosl vasta e intensa opera di bonifica e di coltivazione se, con la pressione politica delle imponenti forze i1t esse organizzate, non fossero riuscite à fare destinare successivamente alle bonifiche di Romagna dal fondo lavori pubblici dello Stato diecine e diecine di milioni che venivano in tal modo sottratti ad altre opere pubbliche, forse più urgenti, forse anche 1J,azionalmentepiù utili, in regioni economicamente e socialmente più tj,isgraziate. ' BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==