la critica politica - anno III - n. 1 - 25 gennaio 1923

30 LA CRITICA POLITICA Perciò bisogna ridare alla regione tutto il suo valore, nel can1po delle arti e delle industrie, nella cultura e nella vita, bisogna che dove è possibile rifiorisca l'artigianato che tanto senso d'arte portò in tutta l'umile opera sua e che oggi una uniformità bottegaia ha schiantato ·con le sue produzioni a getto unifonne e continuo. ·Basta con le grandi scuole e le grandi accademie che costano .e non producono, con questa rin_- novata rettorica artistica che dovrebbe fare i geni a stampa. Bisogna riprendere l'uomo del popolo, svilupparne le naturali tendenze, dargli meno diplomi e più insegnamenti pratici, ricostruire le antiche botteghe con quella passione, con quell' an1ore con cui le costruivano i maestri di pietra dei nostri Comuni. Guardate in qualcuna delle piccole città dell' Urnbria e della Toscana - nelle grandi città purtroppo non si vedono più - le piccole case dell' op.eraio. La bottega è tutto ; la sua arnpia apertura occupa buona parte della facciata inferiore ; l'arco acuto elegante ed insieme possente si sviluppa ardito, intagliato nella pietra calcare, bianca una volta, oggi nera dal tempo ; dentro si allarga tutta l' a1npia stanza da lavoro. Di fianco alla porta una piccola scala sale alcuni gradi, poi piega ad angolo retto ed ascende stretta e ripida al piano superiore. Per discendere dalla casa in ·strada si passa quasi sempre per il fondaGo o bottega, e perciò la porta di casa è piccola ed abitualmente sta chiusa. Si apre solo per le gtan~i solennità - quando il fondaco è chiuso - per gli sposalizi od i mortori, d' onde il nome che ad esse si è dato di < porta del 1norto >. Nel piano superiore si allineano le finestre, ma senza quella stucchevole simmetria che piacque tanto agli artisti nostri più recenti, più o meno grandi, più o meno vicine a seconda che l'interno richiedesse, non n1olto ampie perchè potessero essere meglio difese in quei ten1pi turbinosi, ma se1npre belle ; senza la siinmetria c'è però la varietà sobria e 1nisùrata .che appaga e piace molto di più. Oggi i nostri artigiani hanno ingegneri che li guidano, sopraintendenze che li sorreggono, commissioni per il pubblico ornato che sentenziano, ma sanno fare 111oltomeno_degli antichi, e molto meno di essi sentono nella gloria dell' arte loro anche la gioia della vita. Non credo perciò di essere un pedante se in mezzo a tanto fervore rivoluzionario io vado predicando un ritorno al nostro passato, così geloso ad un tempo della indipendenza delle sue regioni, e dello spirito di italianità che tutte le univa con1e in un unica nostalgia del passato, e in un desiderio fervido di un più grande avvenire. Di questo passato non dobbiamo soltanto, con pazienza di studiosi, ricostruire la storia, ma assorbirne quello che c'è di vivo e di vitale ancora; e in questa ricerca dei puri elementi della nostra razza dalle molte vite, dobbiamo rievocare le glorie delle regioni no~tre e· rinfrescarne lo spirito, perchè chi governa da esse lontano e spesso chiuso alle loro voci, co111preoda che senza spezzettare di nuovo l'Italia è necessario però sentire questo desi- . BibliotecaGino·Bianco •

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==