- • • , LA PROVA DECISIVA DELL'INDUSTRIA ITALIANA 21 È bastato invece che si diffondesse il. ti111ore di uno stringimento - di freni, di una politica finanziaria meno generosa, perchè i più danneggiati corressero subito ai ripari, e cercassero di salvarsi rompendo una solidarietà, di cui rischiavano di restare le vittime. Hanno cominciato i costruttori navali della Venezia Giulia, i quali, perduta la speranza di ottenere le 1500 lire per tonnellata promesse loro dall' on. De Vito, si ,_ sono apertamente schierati contro i siderurgici ed hanno chiesto l' importazione in franchigia dei materiali occorrenti, ed in questa loro domanda han finito per tirarsi dietro anche i cantieri della Liguria, che pure, nelle grande maggioranza, erano strettamente legati ai gruppi dell' Ilva, dell'Ansaldo, dell' Odero-Orlando-Terni. Nelio stesso tempo la società esercente delle miniere di carbone dell' Istria pubblica un memoriale in cui dimostra che il suo costo di produzione è au1nentato di almeno 30 lire per tonnellata dalla protezione concessa ai produttori di esplosivi, di travi di ferro, di rotaie, di macchine, e che essa dovrà non solo rinunciare al progettato ampliamento degli impianti, ma lasciare inattive le sue miniere, se non la si libera da quel gravissimo tributo, che essa non paga allo Stato, ma ai suoi fornitori. Sarebbe ingenuo attribuire questi voti e queste proteste ad un' improvvisa conversione al liberismo di qualche gruppo di industriali. Tutt'al contrario i costruttori navali, mentre chiedono l' importazione in franchigia, non rinunciano per questo alla loro domanda di un più modesto pre1nio di costruzione ; e le miniere dell' Istria non solo non domandano che le esenzioni da esse invocate siano estese a tutte le 1niniere italiane, 1na sarebbero ben liete che lo Stato seguitasse a comperare una buona parte del loro prodotto .a condizioni migliori di quelle del mercato libero. Ma ciò nonostante, quei voti, a cui molti altri di simili ne dovranno seguire nei prossimi mesi, conservano un'importanza estremamente significativa : essi dimostrano che si va facendo strada negli industriali la convinzione che essi non possono più fare assegnamento sulla generosità illimitata dello Stato, che essi devono principalmente contare sulle proprie forze, e che l' unica speranza di salvezza è onnai nella riduzione dei costi. Un'analisi dei costi di produzione, intesa alla ricerca affannosa dei 1nezzi per diminuirli, indurrà tutte le industrie, che trasformino materiali se1nilavorati o per le quali gli impianti meccanici abbiano una gran parte nel determinare i costi, a schierarsi contro la protezione eccessiva concessa alle industrie da cui esse dipendono. E poichè sarebbe assurdo ed ingiusto tenere in piedi una tariffa generale per concedere poi esenzioni parziali a questo od a quel gruppoidi industrie, l'unica soluzione logica sarà una revisione della tariffa del 1 luglio 1921. Contro la minaccia di una revisione si leveranno indubbiamente le più alte proteste, e si ripeterà che il livello di protezione accordato alle mille e più voci della nuova tariffa è il minimo necessario perchè le industrie possano vivere e perchè si mantenga l'equilibrio indispensabile • Biblioteca Gino Bianco-
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