la critica politica - anno III - n. 1 - 25 gennaio 1923

LA PROVA DECISIVA DELL' INDUSTRfA ITALIANA 19 riveste una gravità politica enonnemente maggiore di quella eh' esso aveva per un comune governo parla1nentare: per ·questo infatti se, dopo qualche tempo, il tentativo fallisse e la situazione si facesse più grave, ci1 sarebbe sempre la scappatoia comoda e non compromettente delle dimissioni. Per il governo d'oggi il modo stesso della conquista del potere) l'atteggiamento assunto di fronte al Parlan1ento ed a tutto quello che s'è voluto qualificare per ancien regime, l'aspettativa enonne suscitata nel paese, hanno creato una responsabilità terribile, che non gli •pennetterebbe in alcun modo la facile ·ritirata dei suoi predecessori, ma darebbe al fallimento _della sua gestione finanziaria il carattere di un disastro, del crollo violento di tutto un edificio, che trarrebbe dietro a sè altre e più . . gravi rovine. . Perciò, senza credere ai miracoli, senza -sperare nel p_rossimo raggiungi111ento del pareggio o nella lira a cinquanta centesimi, noi siamo tuttavia convinti che il nuovo governo, data la sua evidente volontà di consolidarsi e di aver lunga vita, debba sentire la necessità immediata · di aur11entare le eùtrate e sopratutto di frenare e di ridurre le spese in proporzioni enormemente maggiori di quel che finora esso non abbia fatto. Mantenere il disavanzo al suo attuale livello di più di mezzo miliardo al mese significa porsi, a prossima scadenza, nella dura necessità di ricorrere a nuovi aumenti della circolazione monetaria ; e basterebbe un nuovo inasprimento dei can1bi e dei prezzi per dare al pubblico in attesa del 1niracolo la sensazione demoralizzante del fallimento . * * * • La rigida politica finanziaria, che dovrà perciò attuarsi con n1aggiore energia nei prossiini 1nesi, avrà una ripercussione immediata e decisiva non solo sulla politica economica dello Stato, ma anche sull' indirizzo di tutta l'attività produttiva e dell'industria in pri1nissima linea. La guerra, facendo dello Stato il massin10 propulsore ed il più diretto interessato ali' incre1nento della produzione, ha contribuito a diffondere e radicare se1npre più profondamente nelle classi capitalistiche una concezione estremamente pe·ricolosa dei rapporti fra i privati e Jo Stato, che aveva già co1ninciato a fonnarsi nel periodo prebellico. Oggi, dopo quattro anni di pace, questa mentalità, di cui si potrebbero citare a decine le 1nanifestazioni recentissime, non accenna ancora a mutarsi. I creditori della Banca Italiana di Sconto si la1nentano con tutte le ragioni del concordato che è stato loro imposto dal governo e che Ii sacrifica iniqua1nente per salvare le industrie debitrici, gli amministratori dell' Istituto ed i suoi settemila impiegati. Ma anch' essi dimostrano la solita n1entaIità am1nalata, perchè non si sognano nemmeno di rivolgere· al governo l' unica domanda logica ed inoppugnabile, che siano cioè ristabiliti fra r creditori e debitori insolventi i rapporti nonnali stabiliti dal Codice, ma .chiedono invece allo Stato un intervento ben più grave e pericoloso, Biblioteca•Gino Bianco

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