la critica politica - anno III - n. 1 - 25 gennaio 1923

L·a prova decisiva dell' indt1stria italiana Dopo due soli 1nesi di esperienza e senza la luce che può venire da una pubblica discussione non è possibile esprimere un giudizio sulla politica economica del nuovo governo, e nen1meno si può affermare con sicurezza che esso abbia formulato nelle sue grandi linee un programma concreto di politica econo1nica. L' affermazione, tante volte ripetuta, di volere spogliare lo Stato da tutte le ·funzioni industriali ed in generale da tutte le funzioni economiche che gli si sono venute imponendo nel1' ultimo ventennio può costituire una magnifica dichiarazione di principi per chi vive lontano dal governo, 1na..,non è certo un programma che resista, nella situazione presente, al contatto della realtà, quando l' assertore di quei principi abbia assunto la cesponsabilità del potere. Tanto tneno è ·possibile il mantener fede a quel programma negativo per un governo c}le, nella sua ascesa, è stato largamente aiutato da quei gruppi d'interessi i quali non s'aspettano da lui soltanto una politica fiscale e sociale pitt favorevole, ma pretendono tutti quegli aiuti diretti, che dai governi precedenti non ritenevano di aver avuto in 1nisura sufficiente .. Sarebbe dunque assurdo aspettarsi dal governo attuale un programma liberista nel senso completo della parola; date le forze che oggi godono di una rnaggiore influenza politica, noi potrem1no vedere i principi liberisti porsi in atto per quanto riguarda la retrocessione ali' industria privata di qualche servizio statale, la soppressione di aiuti e privilegi alle cooperative, la rinuncia a tutta la parte più gravosa della legislazione sociale, la maggior libertà nei rapporti fra capitale e lavoro; n1a vedremmo · il Jiberismo naufragare miseramente, quando si trattasse di soppri1nere od anche semplicemente ridurre la protezione doganale, negare premi, sussidi, prestiti e co1nmesse di favore alle industrie pericolanti, e non eseguire lavori pubblici reclamati da interessi particolari, di fronte ai quali, nonostante i pieni poteri e la forza di cui esso dispone, il governo -attuale dovrebbe 1nostratsi altrettanto accondiscendente di qualunque fra i più deboli governi parlamentari o pseudo parlamentari, che lo hanno preceduto. Ma per fortuna v'è una forza che lo spinge a resistere con efficaci" assai maggiore di tutti i program1ni e di tutti i principi ; e questa forza è la necessità finanziaria. Anche prima del 30 ottobre il problema della restaurazione finan- / ziaria s' imponeva, cotne il più urgente ed improrogabile, a qualunque uomo di governo. Ma per gli uomini che sono oggi al potere il problern~ BibliotecaGino Bianco

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