la critica politica - anno III - n. 1 - 25 gennaio 1923

• O PACE FRANCESE O GUERRA EUROPEA 15 duce la propria. Cosicchè noi ved_ia1no eh~ la politica del Governo italiano è indirizzata su di una linea di collaborazione continentale con la Francia, 1nentre da nessun' altra potenza può ,ricevere eventuali 111inacce marittirne se non dalla Francia. Certo è che le 1naggiori potenze econornican1ente più salde e politi- -camente più sane, fatte le debite proporzioni in relazione aile rispettive civiltà, ossia Giappone, Stati Uniti ed Inghilterra hanno sentito il bisogno di esaminare il problema degli anna1nenti e di procedere ad una riduzione, che iniziata sarà continuata. La loro politica quindi .non tende a farsi la guerra. Francia ed Italia invece cam111inano per altra strada. •La politica seguita dalle grandi potenze del Pacifico avrebbe dovuto essere· propugnata dalla Francia e d~lJ' Italia· per il continente europeo. Ma dalla conferenza di Cannes a quella di Genova le azioni della · pace sono cadute in ribasso e sono poi addirittura precipitate da Londra a Parigi.. Bisogna riconoscere che il Governo francese presieduto da Briand pur rispettando i diritti delta vittoria era gradatarnente entrato in un criterio di pacificazione europea, e aq,bandonando l'esclusivista angolo visuale francese cominciava a riconoscere che una volta firmata la pace la Germania poteva non essere più trattata come una nen1ica vinta, e accettata co1ne leale e volenterosa collaboratrice della comune ricostruzione economica. Caduto Briand, Poincaré si è dato con spregiudicata energia, senza esclusione di colpi, a lavorare per la pace francese che deve significare i1nposizione di una ege1nonia continentale di tipo . Napoleonico, violentando lo stesso fatale andare della stirpe tedesca. Perchè se da un lato la Confederazione germanica esercita la sua irresistibile attrazione sull'Austria isolata, mutilata, assurdo etnico, politico ed economico prodotto dall'arbitrio delle diplo1nazie, dall'altro la Francia Napoleonica tende a spezzare l'unità nazionale gern1anica fon1entando alcuni movitnenti separatisti bavaresi e vagheggiando )a nascita di un impero austro-bavarese rivale della Confederazione germanica gravitante intorno alla Prussia. Le conseguenze disastrose per l' Italia d.i una si~ mile politica è facile intuirle. Perciò a Genova Poincaré, senza intervenire per svalutare la Conferenza, fece lavorare il suo delegato Barthou per li111itarela portata delle discussioni, escludendo tutti i probleini conternplati dal trattato di Versailles, vale a dire per sabotare la conferenza che senza libertà di ispirazioni e di movimenti era già di fatto annullata. Ma se la Conferenza fu un fallimento della politica ricostruttiva provocò un fatto notevolissin10, la cui portata sarà valutata in pieno dallo sviluppo degli avvenimenti provocati dalla marcia franco-belga nella Ruhr: l'accordo russo-gennanico. Non potendo le nazioni accordarsi tutte fra loro, Germania e Russia si accordarono separatamente, sul terreno econo111ico· apparentemente, ma anche sul terreno politico implicitamente. La crisi politica italiana che portò al Governo il fascismo non ha se- .. Biblioteca Gino Bianco . -

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