La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 36 - 17 settembre 1908

2 Nell'atto ministeriale e nel silenzio nazionale c'è tutta l'Italia. L'Italia che seppelliva gli indigeni vivi nei d'intorni di Massaua, l'Italia che ha compiuto i saccheggi e gli assassinii isolati in Cina, l'Italia degli Schiavisti al Benadir, dove i militari e i civili hanno compiuto i più efferrati delitti. * * Leopoldo non ha nulla da perdere. La sua fama è universale. Egli è un re fin de Mele. Bottelliere, volgare pedinatore di fem- , , Leopoldo 11 al Congo. mine del selciato, viveur passato da un coneubinaggio all'altro, padre che ha rinnegate le proprie figlie per essere libero con le proprie ganze, marito che ha fatto relegare e morire la moglie, giocatore di borsa e di roulette di nomea mondiale. Nessuno s'a- spetta azioni nobili dal più depravato bagasciere della piattafor- ma internazionale. Cosi non mi sono meravigliato quando ho udito le atrocità dei enitani Lothaire che lo rappresentano al Congo. Egli è un af- farista, che giudica la vita degli uomini dal punto di vista dei suoi interessi. Egli sa che tutto è venderecclo. Prezzolata la stampa di tutto il mondo ha potuto domare i negri a furia di se,udisciate, di nerbate, di bastonate senza far inorridire la civiltà moderna. Imba<agliati i giornalisti con manate di biglietti di banca, la compagnia di Leopoldo ha potuto e può amministrare

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