La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 36 - 17 settembre 1908

28 Il socialismo può proprio dire: Io sono la Rivoluzione sociale. Da- vanti a lui e per lui tutto il borghesismo va in frantumi. La sua forza aumenta di giorno in giorno. Si grida, si urla, si indemonia : lo si insulta, lo si vitupera, lo si maledice, ma lui, con le masse sfruttate alle spalle, con il suo diritto dell'eguaglianza di condizione per tutti — continua la sua marcia senza voltarsi indietro a contare le vittime del suo viaggio verso l'ambiente della giustizia per tutti. Per i faciloni è lenta la sua marcia; per i semplicioni esso muore tutte le volte che la reazione diventa carceriera e sanguinaria; per per i carabinieri della proprietà che ha la morale dei ladri, non e: siate o esiste come un'idea sellarla. Ma per chi respira della sua respirazione, per chi vive dei suoi pensieri, per chi è con lui per la vita e per la morte, vede come in uno specchio la società che muore e la societa che sorge. Gli uomini che lavorano le sue idee possono disilluderci o sgo- Agostino lierenini Ettore Ciccotti mentarci o anche disgustarci qualche volta. Perché la perfezione non è dei viventi. Ma il socialismo, che è carne della nostra carne, sangue del nostro sangue, è e rimane fuori di tutte le beghe, di tutte le piccinerie, di tutte le invidiuzze personali per torreggiare sui popoli: defraudati con la sua ingiunzione: Proletari di tutto il mondo, unitevi! Ecco perché noi, rimasti integri e fedeli alla trasformazione so- ciale anche negli anni di acrimonie e di perversioni, mandiamo il nostro saluto augurale ai congressisti di Firenze — lieti se .dal congresso uscirà la pacificazione per la ripresa del lavoro comune. Ma esca o non esca la concordia di tutte le frazioni al congresso e fuori del congresso, il socialismo, che non è un composto di mi- serie personali, non cesserà di andare per la sua strada con il pro- letariato unito, sicuro di essere la storta d'oggi e di domani. Luca.

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