La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 36 - 17 settembre 1908

reva chiuso agli occhi profani, non ha più incanti. Le sue porte sono aperte. Adulterii, dissidi, bufere, ribellioni, menzogne. In allo o in basso, quello della reggia o quello del semplice borghese, non ha più illusioni per alcuno. E' una istituzione purulenta che ha i giorni contati. L'esercito, che viveva come in una specie di aureola, che solle- vava proteste indignate contro i bastemmiatori, che lo si voleva in- discusso, è ora malmenato, dileggiato, messo in dubbio, considerato da tutti un vampiro, una piovra nazionale, un'istituzione che deve scomparire. Il padrone ! — Mettiamo a faccia a faccia il padrone della no- stra giovinezza e della nostra vecchiaia, e edremo come il socia uomo lo abbia ammansato, ridotto, sottoposto a una specie di re- golamento che deve finire per eliminarlo dal lavoro come un in- gordo parassita. Una volta! Una volta andava per i suoi stabilimenti come un pre- Gerolamo Gatti Alfredo Berlesi potente, come un tiranne, con un linguaggio che finiva per ad- ditare la porta. Adesso? C'é la solidarietà che non lascia in piedi che due contra- enti: uno che accetta di lavorare e uno che fa lavorare. Tra loro nn c'è più legame che il capitale e ilsalario. timinuzione di orarli , giornate di riposo obbligatorie, aumenti di salarii, ingerenza ope- raia negli affari padronali, arbitrati, regolamenti interni che ridu- co no i proprietaria degli stabilimenti meno proprietarii di una volta e 1111 continuo lavorio per confinarli e ridurli alla impotenza. Il Parlamento stesso ha dovuto modificare il suo temperamento con la presenza del socialismo dentro e fuori i suoi edifici). Confrontate la Camera dei tempi di Depretis, quando si arresta vane i figli del lavoro come sospetti, quando c'era il domicilio coatto per i socialisti, con la Camera di Giolitti, giunto appena al- l'idea gladstoniana che questo sia il tempo degli operai e 005 quello dei proletari i, e vi troverete in piena evoluzione parlamentare.