La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 35 - 10 settembre 1908

4 t Disgraziato l Il suo cuore deve essere andato in frantumi. Au- tore di un capolavoro, di una fabbrica di biglietti da mille, che arricchiva la povera gente che aveva capito che col proprio la- voro non avrebbe mai potuto uscire dalla miseria, e vedersi Vit- tima di un malvagio confidente che gli ha distrutto l' opera dei suoi sogni, dev'essere il più grande dei dolori. ' Ma alza la fronte, o figlio del tuo secolo, e guarda in faccia ai tuoi giudici. Perché se la giustizia è eguale per tutti, tu sarai rovinato, ma non condannato. Ti difenderò io coi precedenti. Alla Corte d'assise io dirò che i tuoi predecessori, gli illustri Tanlongo e Lazzaroni, fabbricatori di serie complete di biglietti falsi, sono stati assolti. I giurati di Roma hanno riconosciuto e premiato il loro genio. Coraggio, dunque. Nella terza Italia dei ladri e dei falsarii tu e i tuoi compagni non sarete eccezione. La galera è per i ladrun- coli. Tu appartieni già alla storia. Il tuo nome è immortale e gli immortali non vanno in prigione. Vautrin. • L'Avanti! ha la brutta abitudine di incitare gli altri a mettere fuori i nomi. Perehè non li mette fuori lui che accusa? Negli articoli del suo direttore è questa spaventosa rivelazione: « fra i tendenza- iuoli della specie insincera, ci sono le spie, che 'alcune volte si limitano ad informare il committente — prefetti, capitalista, ve- scovo, capo partito, loggia massonica, ecc. — ma altre volte com- piono la funzione di agenti provocatori. Tante sconfitte e tante acerbe e sorpreddenti discordie sotto li frutto dell'opera di in- telligenti poliziotti che noi applaudiamo nelle assemblee e nei comizi e nominiamo alle cariche del Partito o dell'organizza- zione economica». E' una terribile rivelazione che sbalordisce. Noi non la mettia- mo in dubbio. L'accusatore è un deputato che ha del fegato ed è direttore di giornali d'indole epuratrice. Spero che al Congresso qualcuno lo pregherà di metter fuori i nomi, perché il partito si sbarazzi di una sozzura umana che io parola d'onore, non sospettavo.

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