La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 35 - 10 settembre 1908

dassi del grande quotidiano dare addosso anche ai proprietarii dei bare e dei restaurante aperti lino alle ore piccine o tutta notte a bella posta per arricchire alle spalle della prostituzione fangosa. Ci sono bare e restaurants che sono mercati di gonnelle, ma chi dei signori indignati contro i mantenuti dalle femmine osa dire ai bassi e vilissimi speculatori del vizio più fetente che sono mezzani che dividono. il denaro degli adoratori della cra- pula e dei tributarli dgll'amore vendereccio 11 barone Alfonso Gagliardi e il Francesco Ambrosoli seno i succhioni maledetti della biclierie milanese, ma i padroni dei garwis e degli assomoirs e dei repósoirs e dei tapis franca e dei restaurante lussuosi e impuri della notte non sono meno abietti e vituperevoli di loro. Coloro che vendono e coloro che comprano e coloro che coneumano sono tutti allo stesso livello. Mangiano tutti al banchetto della prostituzione libera. Tutta gante da Su- burra! **• A poco a poco vedrete che il reato comune diventerà priva- tiva o privilegio della burocrazia italiana. Ogni processo che passa sono otto o dieci figure di questo o quel dicastero che fini- scono nella cloada dei naufragi morali. Il processo Nasi ha dato un numero strabocchevole di alti e bassi malviventi, dal Lom- bardo, il segretario particolare dell' ex ministro delinquente, al portiere che pagava la carrozzella del signorino. Il processo Doria Canevelli ha messo sulla scena tipi di altolocati della magistra- tura e della polizia e dell' amministrazione carceraria che non sembravano possibili che tra gli ergastolani di Nisida o di Santo Stefano o di Portolongone. In pochi mesi siamo giunti al processo Alongi, il delegato di p. s. che ha ucciso a bruciapelo il Pintauro, un povero diavolo di giovane che si è trovato fra i dimostranti che si agitavano per sostenere la purezza dei costumi di quel gaglioffo ministeriale che fu Nunzio Nasi. Anche in questo processo abbiamo avuto il solito massacro di vite morali. Gli impiegati di polizia sono caduti gli uni dopo gli altri. Un questore come il Ceola è stato denunciato dal pubblico ministero come il capo dei trucchisti che aveva tramato per sal- vare l'assassino. E dietro lui sono andati in frantumi il commis- sario Trani, i delegati Valentini e Cutrero e l' aspirante Maranti — i quali tutti hanno cooperato alla salvezza dell'uccisore e alla sconfitta della giustizia. Questa coalizione di salvataggio, compiuta da gente che ha

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