La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 35 - 10 settembre 1908

L' imperatore GuglieLmo che commenta la bibbia anilitacht. 29 miferi. 11 Woelf11 ne prese una, se la mise in bocca e col fiammi- fero accese il biglietto da mille e si mise a fumare. La freddezza del Woelffi ha spaventato l'avvocato. —Ma infine quanto volete —Mi pare che ventimila marchi non siano troppi. L'avvocato si curvò davanti alla volontà dell'Espresser. L'uno contò i biglietti e l'altro se li mise in tasca e se ne andò senza un ringraziamento. Oli ritornò in studio due o tre mesi dopo per avvertirlo che i parenti della vittima non volevano ascoltare ragioni, parche le te- stimonianze - c' erano e le prove s'agite erano nelle loro mani. Woelffi non aveva colpa. Egli avrebbe fatto di tutto per accomodare la cosa se egli pagasse altre trenta- mila marchi. L'avvocato ha pagato. E ha dovuto pagare tutte le volte che gli è ritornato in studio. Woelffi aveva trovata la sua miniera. — Ha aperto un tea-room, sfarzosamen- te ammobigliato, compera- va anelli di brillanti per lui e la moglie, frequen- tava il turf, giocava alle corse e faceva vita da gau- dente. Il ragazzo, degenerato e tisico, è morto. C'era però sempre vivo Woelffi, il quale non era mica uno stupido. Gli ha fatto sa- pere che le lettere scritte dall'avvocato al defunto liebchen erano nelle mani di un operaio che voleva denari Breve: il ricattatore, divenuto insaziabile, gli aveva estorto a poco a poco seicento mila marchi. Lo scandalo è divenuto pubblico perehè un ebreo, per vendi- carsi dell'avvocato che ha rifiutato di fare affari con lui, ha de- nunciato i ricatti.

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