La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 35 - 10 settembre 1908

18 fallito ? Ecco le liete speranze che quei colpi ci apportavano. Ma fu un' illusione la nostra, purtroppo! Poco dopo ogni rumore cessò e malgrado noi ci avvicinassimo sempre più, il silenzio si rendeva assoluto. Allora io vidi oscurarsi la nobile figura di Cairoli : forse allora egli intravide che tutto era perduto e forse fu allora che, svanita ogni speranza, decise il sacrificio della sua Vita. Ma come gli animi veramente forti, non disperava, e mostrava invece di prendere tutte quelle deliberazioni che erano del caso. Eravamo giunti presso a Ponte Molle, circa due chilometri da Roma. .Cairoli cominciò con fanali di diverso colore a far segnali a cui altri dovevano rispondere, secondo quanto era stato conve- nuto col Comitato di Roma, ma non si ebbe risposta. Allora egli fece passare l'avanguardia coi prigionieri nel barcone, ci fece ri- tirare in un' insenatura del fiume, quindi inviò il canotto, con uno dei barcaiuoli a Roma per aver notizie. Restammo un paio d'ore ad attendere: furono ore di indicibile ansietà per tutti, di vera angoscia pei fratelli Cairoli. Ma la barca non tornava, nè tornò più. 23 Ottobre. — intanto si appressava l'alba e non potevamo certo restar lì ad attendere il giorno, senza pericolo di essere sorpresi. Cairoli quindi, vista inutile l' attesa, diede ordine di sbarcare e di trasportare a terra le armi, il che fu fatto. lndi ci nascon- demmo, tenendo in mezzo a noi i prigionieri, in un fittissimo canneto che costeggiava la via postale di Roma: poi Cairoli inviò uno di noi, Candida, pittore romano, in città, dal Comitato per informarlo del nostro arrivo, ed un' altro al Generale Garibaldi che si apprestava a passare il confine. Altre due ore passammo in aspettativa angosciosa, sotto il peso della quale non sentivamo nè freddo nè fame. Finalmente tornò Gandida il quale riferì che la sommossa, iniziata la sera prima, era stata repressa; però si sperava riprenderla la sera successiva: quindi il Comitato ci con- sigliava di nasconderci per la giornata, onde tentare la sera di penetrare in Roma: Cairoli accolse l'idea e decise quindi di et- tendere la sera, tanto più che era cosa impossibile poter ritirarci senza essere scoperti,' avvicinandosi il giorno. Fu ordinato di portare con noi quanti fucili si poteva, e di prendere posizione sopra una vicina collina ove si scorgeva un fabbricato e ove era già stato inviato in perlustrazione, Giovanni Cairoli: silenziosi, curvi, nascondendo i fucili, cominciammo a salire ed in breve ci trovammo tutti davanti a una graziosa palaz- zina di villeggiatura contornata da un vasto giardino: si chia- mava Villa Glori. Al nostro arrivo balzò fuori un grosso mastino che, co' suoi la-

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