La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 35 - 10 settembre 1908

14 guiva la formazione delle bande: io ero incerto in quale entrare. Un giorno Fabris mi chiama da parte dicendomi di avere a par- larmi. Fabris era da tutti conosciuto per Febo, uno dei mille, fa- moso per il suo coraggio indomito: io mi ero fatto suo amico al- l'Università di Bologna che egli pure frequentava e che poi ab- bandonò. Egli mi comunicò con tutta segretezza un'idea di una spedizione che si tentava contro Roma dai fratelli Cairoli: saremmo stati in pochi e l'impresa pericolosissima. Enrico Cairoli, d'accor- do col fratello Giovanni, aveva pensato di raccogliere 60 o 70 gio- vani, già stati garibaldini, gente fidata e disposta a tutto, e quindi, d'accordo col Comitato d'insurrezione Romano, tentare un colpo di mano sopra la citta, sbarcando dal Tevere con armi e munizioni, mentre la rivolta sarebbe già stata iniziata per le vie e per le piazze di Roma. Accetto sul momento di far parte della spedizione. intanto gli amici di Porli si arruolavano tutti nella colonna Caldesi, che fu poi comandata da Valzania. Venni intanto a sa- pere che Berzieri ed Ilari erano stati presi nel fatto di Bagnorrea e si trovavano prigionieri in Roma: forse a me sarebbe toccata la stessa sorte, se uon fossi stato arrestato a Firenze. Finalmente un giorno Fabris mi avverte di prepararmi e di tro- varmi, a mezzodì, in una casa stabilita, ove si doveva organiz- zare il drappello, sotto la direzione dei Cairoli. 20 ottobre 1807. — Al pomeriggio, in casa di Frattini, pa- triota di Terni, ci trovammo tutti della spedizione: settantotto compresi i capi. Ad ognuno fu distribuito un revolver con cento colpi. Poi Enrico Cairoli ci fece nn breve discorso, dicendo che l'impresa nostra era al sommo arrischiata e che una volta in essa impegnati, ben poco ci rimaneva contare sulla nostra vita: riflettes- simo bene tutti, 'poter ognuno servire il proprio paese in albi corpi ove non si esigeva abnegazione come nel nostro. Tutti, na- turalmente, dichiarammo ad una sol voce di essere pronti. Cairoli aggiunse ancora che ognuno di noi aveva l'autorizzazione di fred- darlo colla propria arma qualora egli fosse venuto meno al suo dovere, che parimenti egli avrebbe fatto verso quelli di noì che avessero mancato al proprio. Nella notte la nostra colonna partì da Terni diretta a Corese. Si camminò sino a giorno con un'ora sola di riposo. 21 Ottobre. — Si marcia di nuovo per tutta la giornata. La strada era abbastanza buona, ma montuosa, siechè si affaticava molto. Strada facendo ci incontrammo con uno dei fratelli Cuochi, capì del Comitato d'Insurrezione Rcitnano, venuto a prendere gli ultimi accordi coi Cairoli. Si fece tappa, sotto un'acqua dirotta,

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