La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 34 - 3 settembre 1908

7 « Il giorno 4, al primo colpo di cannone sotto le mura, il popolo balzò in piedi come un solo uomo a animato dal fremito dell en- tusiasmo accorse ai quartieri nazionali, suonò campana a mar- tello, chiese le barricate. « Il generale Olivieri si oppose: disse bastare 45 mila soldati a difendere Milano. Tuttavia rispose al Comitato che dovendo tro- varsi quel giorno a mensa col re gliene avrebbe parlato. « Mentre queste cose succedevano dentro la città, fuori lo stato maggiore lasciava massacrare quasi sotto le porte di Milano po- chi drappelli di soldati scaglionati in simulacro di difesa. « Allora il popolo ruppe in impeto disperato, suonò le campane, alzò le barricate; donne, vecchi, fanciulli sorsero tutti in piedi a difendere la patria.... » Ma in quella notte medesima Carlo Alberto alla testa dell'e er- cito entrava., silenzioso, nella città: ne circuì tacitamente le 131U- ra, ne prese possesso. Poi, a notte inoltrata, tenuto Consiglio di guerra, spedì « su bito un ufficiale generale a Radetzky, con cui — scrive il gene- rale Bava — si mise facilmente d' accordo, poiché l'interesse di una convenzione siffatta era reciproco ». I patti della capitolazione erano i seguenti: che Carlo Alberto un'ora prima di uscire da Milano porrebbe Radetzky in possesso di Porta Romana: che quanto ai cittadini compromessi non ga- rantiva nulla, ma fino alle 6 pomeridiane dava loro licenza di seguire il re per l'unica via di Magenta. L'alba del 5 — scrive sempre Edoardo Pantano — trovò il po- polo pronto alla difesa, ma trovò del pari già consumato il tradi- mento. La notizia si sparse rapida ma sorda fra i cittadini.... Quando il dubbio fu dissipato, la città auree a terribile tumulto: vennero infrante le carrozze preparate per la fuga del re: i generali che vollero parlare dalle finestre di casa Greppi vennero accolti a fu- cilate. Qualche ufficiale, strappandosi le spalline regie, dichiarava di voler morire col popolo. Il popolo rispondeva col grido di Cat- taneo • Viva il Piemonte e accidenti a Carlo Alberto. Dinnanzi al pericolo imminente, il re ricorse ad un raddoppia- mento d'ipocrisia. Disse al popolo e poi fece stampare e diffondere queste parole: « Il modo energico col quale l'intera popolazione si pronuncia contro qualsiasi idea di transazione col nemico, mi ha determinato di continuare nella lotta, per quanto le circo- stanze sembrino avverse. Io rimango tra di voi coi miei figli », Ma in pari tempo spediva segreti messaggi a Radetzky per con-

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