La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 32 - 20 agosto 1908

25 — Io, Costanzo Chauvet, ricattatore del cardinale Antonelli ! Gente di toga non voglio udirlo. In prigione il diffamatore. Cito un caso che ho citato altre volte. Quello dell' ex ministro dei lavori pubblici francese: Baihaut. Durante i primi rumori del panamisrno alcuni giornalisti hanno fatto circolare il sotto- voce che il ministro avesse in tasca la somma o parte della somma del suo traffico parlamentare con Ferdinando Lesseps. Egli non ha esitato un minuto. Ha agguantato per il collo i suoi accusa- tori, l'uno dopo l'altro, e li ha trascinati davanti la giustizia or- dinandole di condannarli senza sentirli, Egli si valeva della legge che tappa la bocca. Si diceva supe- riore a ogni sospetto. Maitres chanteurs, in prigione Venuta l'ora del disastro generale, si è udito lo stesso Lesseps fare que- sta dichiarazione: — Ebbene, signori della Corte, anche lui, BaIhaut, come Cor- nelius Rerz, come il barone Reinach. come il banchiere Obern- doeffer, è stato uno dei grandi mangeurs del panamismo. Nel 1886, al momento in cui io stavo per ottenere l'autorizzazione di emettere le obbligazioni a lotteria il signor Banani, allora mini- stro dei lavori pubblici, mi ha fatto domandare di mettere a sua disposizione un milione, pagabile a versamenti scalari, tra il giorno della domanda e il giorno della presentazione del progetto di legge. Non ho pagato tutto perchè il tentativo non è riuscito. Ma ho fatto il primo versamento di L. 375 mila lire. Baihaut lo ha intascato col mezzo del mio intermediario. Gliele ho date col coltello alla gola, come si dà l'orologio al malandrino in un bosco. E Bafhaut si è alzato e ha chiesto il permesso di fare una di- chiarazione alla Corte, ai giurati e alla stampa. Je sui coupable et je me confesso publiguement. (Sono col- pevole e lo confesso pubblicamente). Domando perdono al mio Paese e alla Repubblica per questo mio accesso di follia. La Corte lo ha condannato a dieci anni di lavori forzati, ma la Corte non ha pensato a riabilitare e a risarcire dei danni le vittime ch'egli ha fatto assassinare dalla legge come diffamatori. Ora io non conosco le accuse che Alceste De Ambris, dello scio- pero a oltranza di Parma, ha fatto contro l'avv. Lino Carrara, il capo dell'Agraria e l'agitatore massimo per sconfiggere le molti- tudini in sciopero eori i liberi lavoratori. Ma siano o non siano gravi, non vi pare, o giornalisti d'Italia, ingiusto che un uomo pubblico come lui non accordi all'accusato il diritto di prova ? E non vi pare iniquo il tribunale che condanna l' accusato a quindici mesi e cinque giorni di detenzione, senza avergli dato

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