La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 32 - 20 agosto 1908
19 « lubrici fantasmi della pervertita sua mente in una specie d'im- mondezzaio poetico.. « Benedetto, diceva il poliziotto, quel procu- ratore del re, che mostrasse che la legge in Italia è veramente u- gnale per tutti, che gli oltraggi al pudore e l' eccitamento alla corruzione sono oltraggi al pudore ed eccitamento alla corruzione, anche se verseggiati e rimati ». Egli era un prete del buon costume. Voleva prose e versi chiusi nella verecondia, fatti di pudicizia. Odiava il nudo, esecrava la vita come si svolge, come è. E spasimava per i sentimentalismi e per le ipocrisie incipriate e profuntate per impedire che si odo- rasse il fetore che portavano nelle viscere. Egli è morto come ha vissuto: un nemico intollerante delle idee nuove e dei nuovi atteggiamenti politici sociali e letterari. ' ZolVano. Cito un sonetto che gli ha fatto dare del porco al poeta e che la gioventù ha imparato' a memoria : Quando risorta da quel bagno, tutta grondante, chiusa ne le chiome scure, fremendo preme ne l'arena asciutta ella i contorni de le membra pure, e strette ne la man tiene le frutta de 'l seno, urrtendo le due i unte dure; e si striscia, e l'arena aspra e brutta stranamente la pelle di figure; e cosi maculata ella al lunare abbraccio si distende su lo strame de l'alghe, e resta immota, resupina; non dunque su' 1 nerastro fondo appare ella una grande statua di rame corrosa da l'acredine marina? Gabriele d'Annunzio. Lo mar viene.
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