La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 31 - 13 agosto 1908
31 piacere di addolorare una povera donna che si è data a te tutta, tutta, con i pensieri, con l'anima, con il corpo. Dimmi, diss'ella con voce maschia e puntandomi la mano alla spalla, dimmi che non mi hai tradita, che la tua bocca non ha baciata che la mia! Io stavo per giurare, naturalmente, proprio quando mi sono sentito preso per un orecchio. — Canaglia! che cosa fai? A casa! mi disse Rosa con la faccia tutta rannuvolata. Il signor Ercolani non ti paga i mesi perchè tu vada intorno alle donne degli altri. A casa! •— E che diritto avete voi, disse Emma con i pngni sui fianchi, di trattare Raimondo come un vostro dome- stico? Non muoverti, mi disse con voce imperiosa. E voi uscite ! Questa è casa mia. Fuori ! fuori ! o perdo la pa- zienza. — Vacca! rispose Rosa protendendosi con il corpo e con le braccia lunghe come per acciuffarla. — Non muoverti! mi ridisse Emma, buttandomi a pa- recchi passi di distanza e infuriando subito sulla faccia di Rosa, morsicandola, stracciandole i veli, i pizzi, gli a- biti, gli orecchini, i guanti, e tutto quello che aveva in- dosso, senza lasciarla che fuori, nella strada, dove P ha congedata con una sputacchiata sul viso. — Vacca! ripetè Rosa, cercando di ravviarsi i capelli in carrozza e dando ordine al vetturale di ricondurla a casa. PARTE SECONDA. Roberto Henderson poggio alla Corte imperiale di Napoleone III. La lingua francese è stata causa della mia seconda fuga. Non appena a Parigi ho avuto la fortuna di trovare l'ambasciatore Nigra, al quale ero stato presentato un giorno da Ercolani, che lo aveva invitato a pranzo al- l'Hotel Milan. E' stato lui a riconoscermi e a domandar- mi che cosa facessi nel cervello del mondo. Elegante, spirituale, con le grazie e, le maniere dei grandi perso-
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