La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 31 - 13 agosto 1908

16 Fu in una di quelle sere di ricordi narrati dal protagonista che ho ascoltato l'amore di Cipriani a Londra e la figlia pianta come perduta. L'altro giorno Cipriani mi ha scritto: — A giorni le narrerò una pagina che pare un romanzo. Era sua figlia. Egli aveva trovato il suo bene, tutto ciò che so- pravvisae ai giorni della sua gioventù gagliarda. Per una indigestione. Il signor < Pick-wich » non ha saputo digerire che giornali di ogni partito si siano occupati di Amilcare Cipriani, che di questi giorni, dopo tanti anni di ricerche infruttuose, ha ritrovata la figlia. E per levarsi quel peso dallo stomaco, si è presa una purga in un entrefilet della Stampa. Non rileviamo qui le espressioni poco urbane usate nei riguardi di una figlia che seppe, a a costo d'abbandonare la famiglia, ribellarsi al pre- giudizio fino a divenire la compagnae l'ispiratrice del noto umorista Giacomo Ve- ly. Si sa l Non tutti hanno il coraggio di essere edu- cati, tanto più quando si è . timidi, deboli, fiacchi, e si ha quindi diritto al con patimento. IL ,timido Pickwick », nel suo orgoglio per la fami- glia, non sa comprendere come un uomo possa ab- bandonare la famiglia per essere sui campi e sulle barricate, non per difen- d all'invasione straniera un qualsiasi regnucolo, ma per difendere prima la Repubblica, la Comune poi. Egli non ha la debolezza di sacrificarsi per la redenzione d'un popolo. E' meglio riserbare la pancia per i fichi. Tanto più quando « l'areives4oty di Parigi sarebbe stato assassinato ugualmente anche se ekani non fosse andato a Parigi. PickWicii» tutt'al più si sarebbe risparmiata la fatica di scio- rinare al pubblico le sue asinerie e ai suoi lettori il disturbo di

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