La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 30 - 6 agosto 1908

16 — Ancora, ancora.. Sei in ballo e devi ballare. Hai raccontato e devi ancora raccontare. Vararla s'amuse — Ma ti giuro che non mi acchiappi più. Dunque Umberto, il giorno in cui scoppiò lo scandalo della Banca Romana pagò 200000 lire per il suo aiutante di campo generale Pallavicini di/ L' t Priola (un vienz rnarcheur come il marchese di Priola del vedan) l'antico fucilatoie di Garibaldi. Però la sei a stessa lo f ce pregare di non mettere più piedi al Quirinale. Così Luigi Fill po fece consegnare cbn le molle il prezzo della viltà al traditore della duchessa di Berry.... Ma andiamo avanti. 11 medesimo giorno (che salasso!) Umberto ritirò di tra le carte di don Bernardo una cambialetta di 173.000 franchi a firma del signor Conte dt Torino con l'avvallo di S. E. Bernardino Gri- maldi. Che cosa non avrebbe fatto lo zio per il nipote che era il suo beniamino i Le loro intelligenze si comprendevano e si ap- prezzavano, Sotto la furia devastatrice del giovane allobrogo i fiori d'arancio (salvo la volta in cui un vero gran signore, e preveggente per giunta, il principe di San Faustino, lo minacciò di schiaffi in casa del ministro brasiliano Regie de Oliveira, a tutela dell'onore delle sorelle), cadevano avvizziti, calpesti: lire indennizzava le parti lese. Ma non è finita. I piccoli capricci il signor conte se li paga da sè, quando li paga. E' recente l'aneddoto piccante. Sembra che gli ozi della guarnigione fiorentina _pesassero all'ex colonnello dei bianchi lancieri e che questi fosse desideroso di leggiadra, seb- bene temporanea compagnia, per ameno sollazzo. Così fu che il prence chiamò a sè da Roma una bellissima etera, Vittorina chia- mata, che già ciociara venditrice di violette a due mazzi al soldo innanzi alle porte del Caffè di Roma ora emula lo sfoggio lus- suoso di Tullia d'Aragona, di Lola Mentes, di Emilienne d' Alen- con : cavalli, cocchi, automobili, dame di compagnia, maggiordomo e colali amminicoli. Il prence si intrattenne due o tre dì, del tepore del calendimaggio fiorentino, in piacevoli conversari i quindi, al momento del di- stacco (partir c'est toujours mourir un pesi: stavo per dire pa- yer un pesi) fece l'atto di por mano al portafoglio. — Grazie, Altezza, non c' è di che.... — Allora mi permetterete d' invitarvi a passare dal mio gioiel- liere, sul 'Ponte Vecchio, presso il quale è a vostra disposizione un ricordo delle ore felici. — Grazie.... Altezza. Detto fatto, la bruna formosa si precipita dall' orefice che, im- boccato, esibisce oggetti del valore di tre o quattrocento lite. _._

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