La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 29 - 30 luglio 1908
81 Ma lo stile non deve essere un'aggregazione di dis- sonanze, di parole che fanno a pugni l'una con l'altra. « Giuggiare » per giudicare, « fiata » per volta! Spesse fiate! Lascia questa roba ai melensi della letteratura man- tecata e incipriata. Al mio orecchio sono voci che fanno schifo. Ti sembrerò pedante. « Vanne a prendere le croci »1 Verbo della poesia pazzesca: basta va. « Che vogliono dire di buono! » E' modo lezioso o una maniera classica. Contentati di dire « davvero » invece di quel «di buono ». « Dunque vestitevi e alzatevi dal letto ». E' un neo, ma è sempre un nèo. Chi si veste è già giù dal letto. Non c'è dunque bisogno che si alzi. Io ho fatto le mie osserva- zioni in margine. Leggendole potrai pulirti e rifocillarti. Dà pure lo sfratto a tutti quei pronomi che ingombrano i periodi. « Egli! egli! » tu ve ne hai riversati delle gerlate. Meglio il lui e il lei quando sono necessari. Ha fatto così anche il Manzoni. Alcuni poi sono assolutamente pleonastici, vale a dire inutili. Fa .come lui. Compi la tua strage. « Pro- curando di far vedere all'altro ch' « egli » non era ne- mico ». Sopprimilo, e il lettore faticherà meno. « Egli pensa alla guerra ». Pensa è più che sufficiente. Ne tro- verai delle centinaia. Al letame ! E al letame devi man- , dare anche il pronome « e' » che ti piace tanto. « E' valeva che la giornata fosse peggio d'ieri ». E' un pleo- nasmo buggerone. — Via! Mi ha lasciato col fascicolo intontito. Lui parlava, e io arrossivo, e io imbiancavo, e io scolorivo, e io diventavo paonazzo dalla vergogna. Il grande oratore che voleva andare con la voce nella storia della eloquenza moderna, era in terra fatto a pezzi da un fastidioso della lingua che non trovava mai la di- zione esatta per manifestare il suo pensiero. Nella dispe- razione ho protetto la mia ignoranza dicendo a me stesso che io sarei stato un rivoluzionario dello stile. Chi è che poteva impedirmi di scrivere « i baffi inanellati » invece di « arricciati »? o « levando il guardo » invece di « al- zare lo sguardo », come voleva l'Ercolani ? C'è gusto e gusto. Il mio non era il suo. Al diavolo
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