La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 29 - 30 luglio 1908

25 giro • E come non restare ammirati della profonda considera" zione sulla sorte infelice che sarebbe rimasta ai parenti di mini- stri s'essi non potessero aver neppure qualche migliaio di lire di sussidio? Decisamente, Guido Baccelli ha ragione di avere, come ha detto al giornalista, la coscienza tranquilla e di ridere, come ha fatto e farà, di queste sciocchezze. Forse altri uoinini, in altri tempi della vita italiana, si sareb- bero fatta tagliare la mano prima di firmare un decreto che po- tesse, anche lontanamente, aver l'apparenza d'un atto di favori- tismo familiare; forse altri uomini, in epoche certo meno evolute della nostra esistenza nazionale, specialmente se provvisti dei larghi proventi che, senza dubbio. a Guido Baccelli, deve aver limitato il lungo e lucroso esercizio della sua professione di gran- de, illustre e celebrato necrofo:o, avrebbero tratte dalle proprie tasche, anzichè dalle casse delle Stato, le millecinquecento lire necessarie ad una sorella per far proseguire gli studi al proprio figliuolo, ma quegli uomini sarebbero stati anche in questo caso, come in altri simili lo furono, degli ingenui, il che vuol dire poco meno che degli idioti. Oh, perchè Guido Baccelli, avendo a sua disposizione le capaci ed inesauribili casse dello Stato, avrebbe dovuto rinunziare al piacere di mostrarsi buon fratello ed ottimo zio senza rimetterci di Fila tasca il becco d'un quattrino? E poi, si deve pur pagare con qualche misero biglietto da cin- quecento la gloria di vedere assiso, nelle sorti della coltura na- zionale. l'unico vivis romanus di mano non contraffatto chè an- cora viva e vesta panni nell' Italia, il membro più illustre di quella famiglia Baccelli che tanto ha dato alla patria, nulla mai chiedendo per sè, emulando coi suoi Guidi, coi suoi Angusti, coi suoi Desiderii, la gloria di altre famiglie il cui nome è segnato nel libro d'oro della patria, votandosi tutta, disinteressatamente, al benessere ed alla gloria d' Italia: tutta, dico, fino al pitt gio- vine de'suoi rampolli illustri, lino a quell'Alfredo, facitore di ben costruiti versh innalzato dalla smisurata giocondità italiana al- l'ufficio di reggitore degli alti negozi internazionali, e i cui fasti di statista e di conferenziere alla Sorbona sono consegnati nel- l'altra sponda, libro di amena, anzi di amenissima lettura per gli italiani che hanno a cuore le sorti ed il decoro del proprio paese, dovuto alla penna di quello scamiciato sovversivo eh' é il com- mendatore Vico Mantegazza. Ma io divago, e ho torto. Guido Baczelli, da solo, ha troppe benemerenze vene l'Italia, come patriotta e come uomo di Stato,

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=