La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 29 - 30 luglio 1908
16 deva e spandeva cento volte più del marito, relegato alla Pub- zione di blasé, e che morendo le ha lasciato una favolosa for- tuita Che le è staia contesa dai parenti del morto con una sequela di processi. Di una intelligenza superiore suonava divinamente, cantava come una prima donna di rinomanza, e miniava con una delica- tezza e una morbidezza da essere paragonata al 114:eigsonier Napoleone, cugino di lei, ha detto quand'era principe-presidente: 'La mia >ella cugina è la perfezione dell« vir- tù. Le ha tutte: Le buone e le cattive.» Prima di superare il capo delle tempeste, i 30 anni, madame de Solms, che aveva inau- gurato nel proprio pa lazzo il salotto della politica e della lettera- tura frondista, è stata considerata una sovver- siva dell' impero ed e- spulèa violentemente dal signor di Maupas --s ii. capo della polizia che ha fatto, cogli altri malfattori, il I dicem- bre. Ella ha protestato, La signora Rattazzi scritte lettere indignate amante di Vittorio Emanuele, ai giornali parigini, ma i Bonaparte hanno ag- giunto al decreto di espulsione immediata la confisca del titolo dinastico, facendole sapere che era una usurpatrice. Ma poi dopo molto tempo di esilio in Torino è riuscita a vedere Napoleone III e tutto fu accomodato. Ella poteva ritornare a Parigi senze essere . considerata una donna proibita. A Torino ella vedeva tanti uo- mini politici e tra gli eminenti Urbano Rattazzi, allora presidente della Camera. C'è stata un po' di corte. Il trionfo di Vittorio Ema- nuele è in quel periodo, Rattazzi, divenuto ministro degli esteri, non gustava più la vita di scapolo. Il noioso conte di Solms, si era levato di mezzo con la morte. Nuovo nozze. Quindici giorni dopo ella riceveva la benedizione nuziale nella chiesa di San Fi- lippo, a mezzanotte alla presenza degli invitati. Sua Mdesta
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