La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 28 - 23 luglio 1908

3 subornati? Nessuno. Sono tutti un complotto, un'associazione a delinquere, un crimine compiuto con la complicità di ciascuno. Mancando il reato per cui sono processati non si può giungere che alla assoluzione. Saranno assolti. Scommetto la mia « pa- glietta>. E' tutta upa commedia. Per fare giustizia bisognerebbe man- dare in prigione Di Budini, Pelloux, Fortis, Giolitti, Caprino, Leo- nardi, Beltrami-Sealia, Canevelli, Doria, Totano, Angelelli e via. E voi capite che queste sono cose che non avvengono nel Paese dell'omertà. 3. Morir gridando: Italia! ecco il sogno delle camicie rosse. Erano .i tempi del martirio, i tempi dei Bandiera, i tempi dei Pisacane e dei Nicotera, i tempi in cui si baciavano le reliquie di coloro ch'erano andati al patibolo, in cui si custodivano i fazzoletti in- trisi del sangue dei patriotti che avevano lasciato la vita sulla forca o erano caduti fulminati dalle palle nei valloni della morte.... Tempi che non si ripetono due volte nella storia di un popolo. Tempi in cui un uomo solo sollevava le popolazioni, destava en- tusiasmi di fraternizzazione non mai veduti fra gente prostrata dal servaggio, accendeva in tutti la rivolta, conquistava provincie col semplice Garibaldi viene, sgominava gli eserciti nemici con fu- cili arrugginiti soldati stracciati e scalzi. Ah, che tempi! Tempi in cui le monarchie secolari — come quella di Francesco II — andavano in rovina in poche ore, gridando dal Faro a Napoli e da Napoli a Capua a Caserta: Viva Garibaldi! Sono tempi che le generazioni venute dopo non capiscono neanche. Garibaldi era il liberatore dei popoli. E' entrato in Napoli come se fosse andato a una festa. Duecentoquarantamila abitanti erano là ad aspettarlo, ad acclamarlo, a impazzire con gli abbracci, con le luminarie, con i cappelli in aria. Il fascino e la potenza del dittatore sulle .popolaziotki deliranti, sono nei piccoli episodii che la storia a grandi linee dimentica. E' bastato che alle undici di sera, dell'entrata garibaldina cor- resse la voce per le vie di Toledo, gremita di gente, che l' Eroe aveva bisogno di riposare, parche il silenzio diventasse profondo e tutto il pandemonio scomparisse da tutta Napoli. Alla battaglia di Santa Maria e Sant' Angelo del primo ottobre 18430, l'esercito regio stava per impadronirsi della batteria dell'e- sercito patriottico. Garibaldi vede i suoi che fuggono. I cacciatori regi al quinto assaltb credevano d'essere vittoriosi.

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