La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 28 - 23 luglio 1908

28 APPENDICE (n) Lti:I VITA TURI3OLkEPITA DI RAINIONIDO HENbERSON « Io, che avevo avuto due figli prima di conoscerlo, ero sicura di avere la forma perfetta. Che cosa dovevo fare per dargli un pò di pace? Parla. Al nascituro facevo del bene. Gli preparavo un avvenire. Ho dunque ricorso a un altro, a' un uomo che non conoscevo, che non co- nosco, che ho pagato come l'allevatore di cavalli paga lo stallone., Non c'è intrigo nella mia storia. Io sono andata lontano da Milano, ho preso alloggio in nn albergo fre- quentatissimo, ho laseiato venire in camera il maschio che supponevo facesse per me, ci siamo uniti come due sco- nosciuti, e come due sconosciuti ci siamo separati. Se lo , rivedessi non lo riconoscerei. Se mi vedesse, non mi ri- conoscerebbe. Ercolani.è felice. Cosi potessi, con un altro sotterfugio, guarirlo della zialattia per i libri vecchi e per i manoscritti che gli vendono gli imbroglioni a peso d'oro. — E gli altri due figli, le domandai, li hai fatti per rendere felici e padri degli altri uomini? — No, quelli li ho fatti con piacere per il piacere. A poco a poco io sono diventato il personaggio più importante della casa. Rappresentavo il mio ',elle di ni- pote in un modo perfetto. A furia di udirmelo dire, mi era convinto io stesso di esserlo. Il mio umore era l'u- more di tutti, come in casa Gamba. Gaio, diffondevo la gaiezza. Triste, rendevo tutti malinconici. Le mie variazioni climateriche, come le

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