La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 28 - 23 luglio 1908
8 orecchie, frasi scalmanate da oratori abituati alla calma e alla parola, frasi incendiarie, rivoluzionarie, in bocca magari di marxisti che hanno rifiutato pubblicamente la teoria catastrofica, pensieri anarchici o omicidiarii da gente stata presa a sassate o bastonate per aver diffuso dalla piattaforma che la rivoluzione è un regresso e non un progresso. Gli esempi non l' hanno modificata. Essa va ai comizi con le idee fatte, con te convinzioni fatte. Il socialista per lei è un sov- versivo che non può riversare sull' uditorio che della dinamite verbale. Così interrompe, così fa nascerò il disordine, così con- nette le idee dell'uno con le parole dell'altro, così crea l'avveni- mento criminoso. Ecco il perché la Sorgue è stata arrestata. Bastava aver letto un opuscolo socialista di dieci centesimi per convincersi che ella, se non fosse impazzita, non poteva nè inci- tare al regicidio nè essere regicida. I socialisti hanno imparato a loro spese che non e' è stato che il regicidio nazionale che ha tolto l' opp.ressione dallo stomaco patriottico. Che non c'è stato che il regicidio compiuto da tutti e in nome della legge: a morte di Carlo le di Luigi XVI. Ma I regicidi compiuti da persone isolate, da gente che non ha radice nell' opinione pubblica, non hanno importanza che per il numero di coloro che vanno all'ergastolo o al patibolo. La Sorgue dunque non poteva dire sulla piattaforma che per liberare la Rygier il faut trouver un autre Bresei — perché la frase implieherebbe l'incitamento all' assassinio politico — cosa che non è mai stata nel programma socialista — nel programma universalmente, conosciuto da tutti i popoli — discusso su tutte le piattaforme, compresa quella segreta dei massoni. Ma gli agenti di p. s. si sono piccati di sapere chi bene, chi così così, e chi be- nissimo il francese — una lingua che tutti credono di sapere e che pochi sanno, come i periti hanno dimostrato anche al presi- dente delle Assise, il quale si incocciava di sapere la lingua di Voltaire parlando in italiano e incespicando !nel banale dovrei- simo per dovremmo. L'avvocato Re — il quale tra parentesi ha difeso la Sorgue con sobrietà, eleganza e argomenti che non sono dei soliti paglietta di tutti i fori — ha detto benissimo a quell' ufficiale dei carabi- binieri che pretendeva di aver capito le parole dell' oratrice per le s lettere finali » e per i gesti e per le espressioni del viso e per le movimentazioni delle mani: — Ma io, caro signore, quando sono andato a Parigi credendo di sapere il francese, mi sono accorto che non capivo quasi nulla.
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