La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 26 - 9 luglio 1908

3 dovuto constatare sul luogo la smania che c'era di impadronirsi di lui per appenderlo a una cancellata ó a un lampione o per fracassargli la testa a colpi di randello o di revolverate. Ma io, al suo posto, non me ne sarei andato, neanche se fossi stato si- curo che mi avrebbero fatti a pezzi. I leaders delle agitaziòni pro- letarie si trovano nelle condizioni dei generali alla testa dei sol- dati in battaglia. O subire la sorte di tutti, o rimanere magari nel disastro o prepararsi a perdere la simpatia di coloro che si sono lasciati guidare allabattaglia. Non c'è paragone tra lui e Baratieri. Ma se il Baratieri con tutta la sua insipienza militare fosse rimasto con l'esercito massacrato dai negri di Menelik, non sarebbe stato accolto. in Italia dall'ese- orazione italiana. Senza la fuga il pubblico gli avrebbe perdonato tutti gli errori di calcolo, di movimentazione e di tattica. Ma quando ha saputo che egli si era precipitato con due o tre dello stato maggiore per la via di A& Cajè e che aveva continuato la fuga a rotta di collo per tre giorni, voleva lapidarlo. Ho già detto che tra De Ambris e Baratieri non o' è confronto. Egli era ed è cercato dalla giustizia, egli ha affidato ad altri la continuazione della lotta, egli non ha commesso alcuna vigliaccheria. Ma io non avrei abbandonato il mio posto. Sicuro de' miei diritti, convinto che il mio lavoro di segretario della Camera del Lavoro non è criminoso, parsuaso che la mia presenza in mezzo ai proletarii è coesione, è forza aggregativa, è coraggio, è propulsione, è com- bustibile che mantiene il calore a tutti, sarei rimasto. Nel movimento cartista si sono ammirati i deportati non coloro che si sono salvati dalle mani dei giustiziardi coll'esilio. Il capo del movimento feniano O'Brien, quando giunse salvo negli Stati Uniti d'America non era più niente. Molte figure del '98 che si sono rifugiate in Svizzera sono sbiadite da un pezzo e non poche subiscono 'la loro sorte. E' inutile. Nessuno ci obbliga a metterci in prima fila. Quando ci mettiamo dobbiamo rimanervi senza preoccupazioni delle no- stre persone. E di questa idea è indubbiamente lo stesso De Am- bris. Perchè da quello ch'egli ha detto ai suoi intervistatori non si è lasciato indurre a prendere le vie del confine che incalzato dai consigli degli amici. E in questi casi gli amici, pur essendo in buona fede, compiono una cattiva azione. Ci sona e ci reato. Gapon, anche se non fosse stato assassinato moralmente dalle sue relazioni con l'alta polizia russa, sarebbe ora una fama in ro- vina. Ci sono momenti in cui l'eroismo o Pauto.sagrifIcio è in- dispensabile. • • • Il coraggio invece del sindaco di Parma, Luigi Lusignani, è ori-

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=