La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 26 - 9 luglio 1908

25 ha consacrato tutte le infamie, benedetto tuttti i delitti, dando l'esempio della più feroce teocrazia. L'umanità riprende col rinascimento la via maestra e semina di martiri del fanatismo la sua marcia; la chiesa ora non po- tendo più bruciare della carne ribelle, lancia scomuniche, essa si ostina a imporre le sue sciatte leggende, il suo inferno, il suo paradiso, la risurrezione in carne e ossa di tutti gli uo- mini passati sulla terra, per il giudizio universale, i suoi dog- mi sull'immacolata concezione, sull'infallibilità del papa, i suoi misteri. Con simile istituzione, con questa fede che in fondo non è che un travjamento della ragione, non è possibile, come diceva il poeta nazionale, tregua nè accordo, tanto meno in Italia, che più di ogni altro paste ha sofferto le strette mortifere della piovra religiosa. Se l' Italia non ha mai potuto riacquistare. dopo la caduta di Roma, nè l'unità politica, né l'anima nazio- nale, si deve l papato. Se ogni città nostra conta un martire del pensiero lo si deve al papato. — Se il paese si dibatte an- cora contro l'analfabetismo, se non ha divorzio, scuola razio- nale, si deve al papato al quale una borghesia pavida e senza idealità ha venduto i principii dell'89 e consegnato il programma della nostra rivoluzione nazionale in cambio dell'appoggio nelle lotte elettorali ed economiche contro il proletariato. Che cosa importa che il clericalismo sia stato per secoli la serpe che colle sue spire insidiose compresse ogni tentativo di risurre- zione nazionale? che importa se il clericalismo di oggi falsifica la storia, irride all'unità della patria, scomunica la scienza? Per un pò di quieto vivere la borghesia italiana permette che l'I- talia si copra di conventi e affida a un esercito di monaci senza patria e pieni di livori contro' la modernità, il 'razionalismo e la nuova Italia, sognanti ancora l'asservimento dello stato alla chiesa, l'educazione della gioventù senza controllo e senza vi- gilanza, nei conventi, nei collegi, nelle scuole di mestiere! Gli scandali recenti rivelano che il monacato presenta anche tutte le insidie delle perversioni sessuali, rivela un altro as• sordo del cristianesimo, che nella sua maledizione della vita escogitò anche la tortura di un celibato ipocrita. Comprendo l'eunuco, non comprendo il prete. Ma questi scandali cosa sono rispetto al traviamento di tante generazioni di italiani ai quali si somministra un'educazione bislacca e antipatriottica ? Eppure la realtà è questa: l'educazione nei convitti e scuole di mestiere è monopolio dei congregazionisti i quali per proselitismo reli- gioso si sono impadroniti dell'educandato e, quel che è peggio, senza che lo Stato abbia mai pensato a vigilare per sapere cosa vi s'insegna, che libri vi si impongano, quali sono i maestri e COPIO si viva là dentro. Ove sono i convitti laici dove sia possibile collocare i figli per completare l'educazione? Dove sono le scuole di mestiere laiche? Può l'iniziativa privata risolvere il problema che pure

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