La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 26 - 9 luglio 1908
16 Lo sciopero cessava con la restituzione della Camera del Lavoro agli *organizzati; le chiavi delle carceri rimanevano alla giusti- zia! De Ambris era fuggito; noi non vogliamo qui discutere sul- l'opportunità o meno di offrire in olocausto la pelle sua, solo ci permettiamo di approvare il gesto di quel Leviatano che sa mo- rire sotto il crollo :di un ponte, avvolto dal « dovere», proprio nel momento in cui vede rovinare il sogno della' sua vita. E passiamo oltre. Domina ancora il pensiero della resistenza del forte di Makallè. Ufficiali e tioldati manifestarono fieri propositi contro quella pat- tuglia di ribelli; i reazionari, a coininciare dal sindaco, uomo stupidamente inabile, avrebbero voluto tutto l'Oltre Torrente raso al suolo dalle artiglierie e seminato di sale. Nulla si fece e fu bene. Un inutile atto di ferocia fu risparmiato. I cervelli dei po- polani erano in fiamme ma non coMprimevano un contrabbando politico. E rammento quando Arturo Labriola tentava di dissua- dere il capitano del fcrtilizio — un giovane sui venticinque anni, dalle spalle ampie, dalla voce tonante, ottimo parlatore e affa- scinatore di folle — a desistere dai propositi di continuazione dello sciopero generale. Diceva il Labriola : Ma pensateci; andrete incontro alla rovina.... Rovinarci? — obbiettava il capitano mentre i suoi occhi risfa- villavano d'ira e di rabbia — siamo già tanto rovinati.... Volete prendere il cappello? E' l'unica cosa che orinai mi rimane.... La resistenza e la ribellione nell' Oltre Torrente era stata pre- parata e mantenuta viva dalla miseria per lunghi anni; e per lunghi anni lo sarà ancora se il Comune di Parma e il Governo lo vorranno. - Quei popolani sono degli eroi ciechi. Mi dicevano: noi non ab- biamo paura della morte, i fucili non ci spaventano, se perdiamo la vita assai poco abbiamo perduto. E ciò spiega benissimo il loro stato d'animo e la psicologia della loro ardente ribellione. Essi sono attaccati alla vita da un filo sottilissimo; non amano la vita yerchè sui campi dell'esistenza hanno mietuto solo ama- rezze e miseria. Amare la vita, vivere intensamente, per chi? parche? In piccole stanze quei popolani vivono numerosissimi in una promiscuità spaventosa. In quelle case albergano la fame e il su- diciume. Due cose di grandissimo bisogno mancano: il pane e l'acqua. Una donna pallida, smunta, con gli occhi:accesi ci diceva: Da sei giorni mangio tanto poco che non ho più la forza di sol- levare un lenzuolo....
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