La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 26 - 9 luglio 1908
14 Dicono i popolani che si raggruppano nel forte ai Makallè « Noi siamo invincibili; altre volte l'Oltre Torrente si è levato a tumulto e mai la forza pubblica passò le nostre trincee; siamo disposti alla lotta aspra, sanguinosa; nel nostro borgo delle Carra non rimarrà pietra sopra pietra; abbiamo fede nei ciottoli, nelle nostre masserizie, nelle nostre case che sfasceremo addosso agli imprudenti che tenteranno violare la nostra verginità; noi siamo preparati; non ci arrendiamo l» Tutte queste voci ho sentito levarsi concitate il giorno in cui, assieme agli onor. Bissolati, Morgari, Sichel, Pascetti e successiva- mente con Paolino Valera traversavo quella strada in sommossa. Nel vicino borgo Salici molti carri rimanevano fermi e un operaio ci avvertiva che erano pronti ad essere usati per la formazione delle barricate.... Le barricate di legno o di :pietra levate su dalla sola violenza di una folla ribelle si sfasciano al primo urto nemico; di loro nulla rimane. Quando invece la barricata -è cementata da un pensiero possono le artiglierie spezzarla, possono mandarla in frantumi ful- minando i suoi difensori: sulla barricata demolita ingigantisce il pensiero e si trasmette ai secoli vestito di luce sulfurea. Nel forte di Makallè e nelle strade attigue che furono princi- pale teatro dell' ultima sommossa invano ho frugato in cerca di una fede politica. Ho chiesto: siete repubblicani, socialisti, anarchici? Risposero una sola parola breve e rapida: De Ambris. Compresi: la dittatura di uno. Solitamente alle grandi rivolu- zioni succedono le grandi dittature; volete aver fiducia in un tu- inulto che comincia con una dittatura?..; No; e il tumulto di Parma è rimasto circoscritto, arido, inutile. Nulla è sfavillato dall'urto — urto mite del resto — svoltosi nelle vie dell'Oltre Torrente. Chi cerca In quei fatti un insegnamento rivoluzionario rimarrà disingannato. Qual'è, chiesi, il vostro programma? Avrebbero potuto rispon- dermi: i fatti sono il programma.Tissero invece ancora un nome: De Ambris ! Vivevano nel nome del duce affascinatore e il duce dopo aver dettato nell'ombra di una casa amica le ultime disposizioni e aver nominati] i suoi eredi — una vera e propria trasmissione di dittatura — fuggiva dalla città in tumulto, fuggiva attraverso le campagne oh' egli aveva incendiato con la sua parola e ripa- rava in Isvizzera. Dietro a lui rimaneva un campo devastato; la miseria più ter-
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