La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 24 - 25 giugno 1908
dalle ultime falde 'delle colline appenniniche fino al Po, hanno proclamato lo sciopero agrario. Dovunque è lo stesso senso di ostilità, decisa ed irrevocabile, dovunque è un contrasto insu- perabile cl' anime tra padroni e lavoratori. I contadini hanno il sentimento che una ingiustizia è stata commessa dai proprietari, essi non percepiscono le sottigliezze curialesche del conflitto, non sanno le interpretazioni sofistiche del concordato dell'anno scorso; ma hanno l'intuizione precisa di un'ingiustizia commessa dai loro padroni, comprendono che tutte le questioni accessorie non contano nulla e che la questione fondamentale è che i padroni hanno trovato un pretesto qualsiasi per spezzare un concordato che a loro non faceva più comodo. Questo sentimento è ben chiaro nella lettera del contadino di Vicosi, che scriveva all'ospite di suo figlio a Sampierdarena i «. E c'è un altro fattore di resistenza: De Ambris. Quest'uomo alto e tarchiato, dalla eloquenza tal volta precisa, tranquilla, dialettica; talvolta irruenta, colorita, passionale, ha la confidenza sicura dei suoi trentamila organizzati. Egli è veramente l'animatore di questa battaglia, nella quale De Ainbris fra gli e spesati» di S. Panerazio. padroni sono già pentiti della loro mascalzonata che hanno fatto ». E questa contesa dell'equità anche formale della propria cau- sa, é il propulsore primo della resistenza ammirevole dei con- tadini parmensi.
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