La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 24 - 25 giugno 1908

19 • tore morto cento giorni dopo la sua ascensione. E lo stesso Guglielmo sècondo sconosciuto è nelle memorie d' Ursula, contessa d'Eppinghoven. E vi assicuro, o signori giudici, che la contessa lo ha chiuso nel suo volume in camicia, con tutti i suoi orrori e con non poche delle sue amasie. Ora, di che cosa è accusato il nostro diplomatico che scrive per la Commedia il Nostro Almanacco di Gotha? Di a- vere oltraggiato le persone dei sovrani Vittorio Ema- nuele II e Umberto I, ol- traggi che permetterebbero al presidente delle assise di mandarlo alla reclusione per - due o tre anni. Come? quando? In che modo li ha oltraggiati? Se non, li avesse, noi lo ripudierem- mo e lo scacceremmo dalla redazione come un volgare diffamatore di personaggi reali. Non vogliamo calun- niatMti in casa nostra. Ma se li avesse oltraggiati pre- feriremmo che il giudice fosse il pubblico, Ma siccome lo conosciamo e sappiamo che è un fattista, come tutti gli altri collaboratori della nostra rivista, così prima di lasciarlo andare davanti ai suoi giudici naturali, i giurati, documente- remo ch'egli è stato imparziale, ch'egli ha scolorito dove avrebbe potuto gettare del rosso scarlatto per far diventare l'episodio della vita comune uno scandalo reale. E non ci facciamo aspettare. Incominciaino subito dalla fine, togliendo dai Tribunali Illustrali di Roma la narrazione intima delle ultime donne che hanno tribolato i re vivi e morti, nar- razione che non è stata sequestrata. L' appello ai giornalisti. Caro ed egregio collega, Perdonatemi se io ho un concetto della nostra professione così alto da a-vere qualche volta bisogno del vostro consiglio. Tutte le volte che mi sono trovato nelle tribolazioni giornalistiche io non ho esitato a consegnare la mia prosa al vostro giudizio. Sono io un calunniatore i Giudicatemi. Ditemi voi che passate di giorno

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