La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 24 - 25 giugno 1908
10 Il salone, come potete immaginarvi, era zeppo. C'erano uomini, donne, ragazzi, bimbi, pigiati gli uni sugli altri dallo spavento di vedere l gendarmi entrare con i revolvers spianati. 11 maresciallo, con gli occhi dell'alcoolizzato, con la voce che irrita o mette sot- tosopra il sangue, ha domandato loro lo scioperante ch'egli voleva mettere sotto chiave. — Nous sommes chez nous noi siamo in casa nostra — gli hanno risposto. Fra la gente stipata l'inquietudine era diventata commozione violenta. Si ritraevano, si calcavano come per far loro spazio e ammainarli. Ma il parossismo omieidiario era nei gendarmi e hanno Sfatto fuoco. Lafol, è stramazzato al suolo con una palla nel cuore, Luigi Geobelina è andato in terra come un sacco di stracci con la testa tutta fracassata, dieci: altri operai hanno ri- cevuto palle nelle cosce, ai malleoli, alle mani, nelle braccia. Sono tutti all'ospedale gravemente feriti. — Si dimentica troppo ha detto il deputato Dalimier alla Camera — che cm hanno fatto gli operai per la Repubblica. L' odio per i gendarmi proruppe intorno alle sepoltura aperte per le due vittime. Alla calata della cassa di Geobelina, massacrato a 17 anni, la madre, in ginocchio, si disperava e gridava: — Le canaglie ! le canaglie! 'hanno ucciso mio figlio ! — Lo vendicheremo ! — risposero sordamente tremila operai che assistevano allo spettacolo che lacerava l'anima. E poi si è svolta la scena dell'esecrazione per il monturato che uccide. Non appena hanno veduto in lontananza i dragoni che anda- vano alla loro volta, si sono accese tutte le collere e tutti vole- vano essere uccisi.. Gli scioperanti si sbottonarono i panciotti e lo sparato della camicia e dissero: — Fate fuoco Le-donne, più furiose, con i capelli in disordine e i . pugni al- zati urlavano; assassini ! assassini! Uccideteci ! Nessuno dei tredici gendarmi sarà punito, perchè i Salvotti as- solvono sempre i monturati — come è avvenuto a Milano — e condannano sempre i proletari, come avviene un po'dappertutto. Ma a ogni modo il la governativo è stato di riprovazione. Traduco le parole di Clemenceau, presidente dei ministri: — Nel pomeriggio è passato un gruppo di scioperanti davanti alla caserma della gendarmeria, nel quale il gendarme Villette ha creduto di riconoscere il suo aggressore. « Ecco l'uomo che mi ha colpito questa mattina! » ha detto. E' qui che si determina la responsabilità del maresciallo del presidio. 'Egli si lancia con dodici uomini e insegue gli sciope-
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