La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 24 - 25 giugno 1908

8 • scuola di sterminio e di distruzione, sia un educatore meravi- glioso dei sentimenti di solidarietà e di fraternità umana, Solo le. lunghe tregue sociali dissolvono i più alti e generosi sentimenti morali; la lotta invece li educa e li ravviva. Lo sciopero parmense, dopo quello argentano, è stato un edu- catore meraviglioso della sentimentalità del proletariato ita- liano; le città della penisola hanno visto all'arrivo dei bambini di Parma dimostrazioni, delle quali era perduto il ricordo. Migliaia e migliaia di persone si sono sospinte, premute, cal- pestate lungo la via dell'esodo, tendendo le braccia e il cuore verso le personcine inconsce, ad accoglierle come una prima- vera ideale nelle case modeste. E questi esuli inconsapevoli scrivono alla povera gente che hanno lasciato qui, ai loro padri ed alle loro madri, narrando d'altri orizzonti, d'altre vie più ridenti dei poveri viottoli di campagna, del sorriso del sole fra i monti o del inurmure in- cessante del mare, e questa povera gente si riconforta al pen- siero dei figli più lieti e più giulivi, e si ripropone di prepa- rare loro un ritorno men triste della partenza. Si lotta così con più Iena, e negli ampi saloni delle coopera- tive disperse nelle ville, all'ora del pranzo comune, e prima ne- gli ozi lunghi della disoccupazione,, racconta l'uno all'altro, e le donne agli uomini, le novelle del bimbo lontano, e i più re- stii alla lieta narrazione si persuadono e si staccano anch'essi dai loro 'figliuoli, ed altre schiere partono incessantemente, schiere variopinte e gioconde nella loro povertà, che mandano agli echi della campagna oltrepassata fuggevolmente, dai fine- strini dei treni, il loro piccolo grido stridulo: « Evviva lo scio- pero parmense! Abbasso l'Agraria!) E gli uomini si commuovono a questo grido infantile, sentono che qualcosa di nuovo passa nella storia, hanno il senso d'una migrazione ideale. Ed è veramente così: una migrazione di piccoli seminatori, d'annunciatori che l'ora viene delle grandi tragedie sociali. L'ora viene! E quando questi lavoratori taciturni e queste donne rumorose del Parmense si affollano, nei bei meriggi pri- maverili, attorno all'ampia pentola, a riempire la ciotola diversa e non contesa, voi avete come il segno della nuova civiltà che si annunzia. Civiltà fatta di fraternaconcordia, non cercata invano in un convento silenzioso, nata spontanea dalle necessità della lotta, dalla fraternità cimentata dal bisogno, sorta a suo tempo dal vigore della vita, da nessuno imposta, da nessuno subita. Idee semplici e chiare animano la conversazione di questa gente, attorno ai tavoli lunghi e gialli, idee simili e facilmente concordi. Cosa sperano i proprietari del Parmerse? Non s'avvedono essi che più la lotta dura, più forti e tenaci • - si fanno i vincoli delle schtere nemiche I Questi uomini del passato non sanno guardare all'avvenire... Il giornalista sul luogo.

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