La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 21 - 4 giugno 1908

31 la camicia sulle braccia siamo andati nella stanza del si- gnore a prendere da un vassoio di metallo cesellato due bottoni d'oro pallido a catenella per i polsini, e poi, ri- tornati nella stanza, mi volle svestire come se fossi stato un suo figliuolo. Mi tolse la giacca, mi sfece la cravatta, mi aperse il panciotto, mi levò le scarpe, e quando mi vide tutto nudo mi ammirò con compiacenza fino allo smarrimento, alla chiusura degli occhi, con la mano alla fronte, come per evitare un capogiro. La mia carne bronzata, che tra- duceva la 'fortezza dell'atleta e le linee di un corpo ga- gliardo nella perfezione, le avevano date le vertigini. Il primo impeto dei suoi furori è stato di cingermi con le braccia ardenti e suggermi al capezzolo con la dolcezza delle labbra, levandosi poco dopo con un sospirone, sfinita dal suggimento. Io non partecipai a nessuna delle sue sensazioni. Il mio pensiero era altrove. Pensavo che se Ercolani ci avesse sorpresi allacciati in quel modo ci a- vrebbe uccisi. Sotto le coltri mi arrischiai a domandarle se avesse chiuso a chiave l'uscio. — Per che cosa? In stanza non viene nessuno senza essere chiamato. — Il tuo signore potrebbe venire senza invito... — Non avere di questi timori. E' troppo occupato delle sue faccende per darsi il disturbo di venire da me. Q uancl'egli ha bisogno suona il campanello che comunica con questo che vedi al mio capezzale. La sua concezione femminile è un pò animalesca. Considera la donna una specie di vaso comune per i bisogni corporali. — Beh! gridai voltolandomi piatto sul ventre come per nascondere il ribrezzo 'hhe avevo prcTvato. Avevo ancora la peluria della giovinezza per le guan- ce e portavo già sulle carni il cilicio dei ricordi. Supino, in una specie di prostrazione morbida, io rivedevo Emma con la sua pelle corruscata di lampeggiamenti, con i suoi grandi occhi rovesciati dal piacere, con il suo seno legger- mente metallizzato fino all'eminenza rossa come la brace, e me la sentivo su me stesso con l'alito infuocato che mi carezzava e mi incendiava la schiena, cc,n le mani polpose

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