La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 21 - 4 giugno 1908
27 Sangue, sono sicuri di vedere i capocomici strappar loro di mano i copioni senza pregiudizio di tre .settimane di Indi- screzioni e di interviste, prima e dopo l'avvenimento. Ma anche i minori, gli anonimi, i piccoli batraci, i girini che non sono ancora rane anche se sperano di diventar buoi; gli ignoti, gli oscuri, o quel che è peggio, i noti, troppo noti maniaci che hanno una produzione teatrale in ogni ti- retto di casa, e che ci inseguono col loro copio ai massinel- leschl In campagna ed in città, in casa e fuori, a tavola od a letto, anche tutti cost .ro. purchè facciano valere l'amicizia di un guitto, di un giornalista, o un trafiletto del Corriere del Polesine che raccomanda un loro parto alla attenzione del comici intelligenti, possono pretendere ed ottengono di essere messi sul cartellone con una compiacenza più che materna. Qual meraviglia se un tonfo non aspetta l'altro, appunto come capita, colle rane, quando qualcuno cammina sul ciglio del padule? Tutti questi mostriciattoli drammatici sbadi- gliano così la loro agonia In faccia a magre schiere di spet- tatori che si assottigliano sempre più man mano che gli esperimenti si ripetono. E siccome l'esito, poco su poco giù è sempre lo stesso, In quanto che anche i migliori è raro che dicano qualche cosa che valga la pena d'essere sentito, ne segue che il pubblico si stufa di una attesa vana senza compensi, e a poco a poco diserta il teatro, ed ha più paura dl una commedia nuova d'autore ilaliano che il gatto mi- scredente della corona del rosario. Conoscete la storiella C'era una ricca beghina che si teneva caro un soriano più di un figliuolo, un soriano che faceva la disperazione del cuoco perchè rubava le migliori leccornie della dispensa. Persuadere la padrona a sacrificargli la bestia non c'era da pensarci; il cuoco furbo, non trovò di meglio che staffilare il gatto con una grossa corona del rosario; ma glie ne dava tante e così di frequente, che il gatto, solo a veder la co- rona, scappava come se lo inseguissero centomila diavoli. Quando la pia signora constatò Pavvers•'one del soriano per la corona benedetta, Io condannò per eretico ad un bando perpetuo. I capocomici nostri con troppa malizia si sono messi ad ammazzare il teatro italiano a furia di protezione. Ce ne dànno tante sulle costole, che ne siamo tutti indolen- ziti, e certi nomi ci fanno ora l'effetto della terzana. Chi sa, potrebbe anche darsi che a non sapere che una commedia sia di un italhno, la il ascolterebbe con minor spasimo, ma è colpa nostra se le bussa prese cl fanno veder un bastone in ogni giunco e se il mal di mare cl ha dato il terrore an- che per Panna del pozzo? Tutto questo per spiegare l'avversione del pubblico pel teatro naz onale e la sua indulgenza per la produzione stra- niera. Parzialità di cui sl è avuto esempio anche recente-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=