La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 21 - 4 giugno 1908

26 LA "NUOVA COMMEDIA UMANA,, A TEATRO "Un Divorzio" di Pani Bourget. Mi irrita quel luogo comune che ama far dipendere il suc- cesso di una commedia in Italia dal nome esotico dell'autore, e che si ostina a ripetere che se i nostri Berrini, De Bene- detti o Tastoni avessero delle desinenze ostrogote divente- rebbero di colpo dei grandi autori! E' una banalità ed una sciocchezza. Una banalità perchè solletica quel malo istinto nazionalista che comanda <l'orgoglio di noi stessi» senza accrescere di un grano le nostre forze intellettuali — e in ma- teria di vanità, I letterati di tutto il mondo non abbisognano certo di stimoli — una sciocchezza perchè se spesso le com- medie straniere piacciono più delle commedie Italiane, ciò nasce dall'aver già subito In patria la prova del fuoco a ga- ranzia delle loro buone qualità teatrali. Questo criterio ele- mentare di scelta potrà anche essere soggetto a cauzione; molte volte il successo nel paese d'origine è dato da ragioni particolari che non è possibile ritrovare aProve : una ese- cuzione perfetta, una messa in scena sbalorditiva od un argomento di interesse così speciale da non trovar eco fuori del paese che se ne infiamma, possono creare un trionf a Parigi ed un fiasco grosso come un areostato in ogni altr parte del mondo; ma è certo, che pur colle debite riservta le buone accoglienze che una commedia riceve in patria pos, sono dare tiqa forte presunzione che incontrerà dappertutto. E che una'certa selezione del reato sia esercitata anche dai nostri importatori più avventati, si prova subito col no- tevole stock di commedie francesi, portanti firme di illustri o di gente sulla via di diventar tali, non accolta male a Parigi, che tuttavia non ci furono e non ci saranno accol- late, per quanto aumenti di giorno in giorno la sete di novità. Ricordiamo La massière e Bertrade del Lemaltre. L'Ar- mature, Les Hannetons, La Francalse e Simone di Brieux, Les deux hommes e Qui perd gagne di Capus, Le pretexte di Portoriche, La preferée di Descaves, Les plumes da Paon di Bisson, La Martolaine di Richepin, Les jaeobines di Her- mani, Timon d'Athènes del Fabre, L'apprentie di Geoffroy... e la lista potrebbe continuare all'infinito. Dei nostri autori invece si dà tutto e sempre, con una li- beralità ed una Indulgenza che non può non nuocere, alla fine i Non diciamo degli autori che vanno per la maggiore. D'Annunzio, Bracco. Praga Rovetta, Antona Traversi, Butti, Lopez, Tastoni, Sinioni, Moniceill, Bertoiazzi, Zambaldi, e che so Io; costoro s'ano° concepissero una fantasia poetica tipo Casino di Campagna, od un dramma uso Bevitori d

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