La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 21 - 4 giugno 1908
25 AMERICA CIVILISSIMA 004 Chi sarebbe stato il negriere, lo strozzino, il ladro, la spia, che avrebbe sposato, se non moriva ammazzata, quella buona e cara girl, vero fior di Columbia, stella yanhee di prima grandezza, nella quale il povero Giuseppe Paolucci aveva sognato di trovare, due anni fa, la sua miss Elkins? L'aspirante più quotato avrebbe dovuto essere il boia ch'ebbe la non comune soddisfazione di aggiungere a quei buffi qua- ranta chili il peso del proprio corpo di esecutore delle alte opere. Poter fare giustizia, e, insieme, impiccare impunemente con le proprie mani il rivale, è una di quelle fortunate combinazioni che capitano solo a chi è nato vestito..., sia pure da mastro Titta. - Misero Paolucci! La fiamma della passione potente, del desi- derio intenso, gli metteva sui pomelli delle guance i sinistri rossori coi quali il tristo bacillo di Koch ama illudere le sue vittime predestinate; "ed egli, povero giovane innamorato, s'illudeva di essere sano e piacente. E ogni sguardo di quella buona e cara miss era una nuova ferita al suo cuore e.... alla sua borsa. Ma, gonfio quello e sgonfia questa, l'idillio fini in una risatina di scherno. Lei, americana, sposare quello spiantato di tisico italiano! Scherzare , divertirsi un poco alle sue spalle, passi; ma sposarlo poi.... Aoh! Finiti i dollari, finito il Itirt, che diamine! Ci voleva tanto a capirlo? Che stupidi, questi italiani! E Giuseppe Paolucci, truffato, ingannato, deriso, dai pomelli delle guance accesi e dai polmoni fischianti si sentì -salire un Sotto di sangue agli occhi..., e ammazzò quella sgualdrina come d ammazza una cagna arrabbiata. - A morte l'assassino! Alla forca, l'italiano che non ha più un dollaro e che parla così male l'inglese di Gionatanno! Via tutti gli italiani, o impiccati! è il delenca-Carthago dell'esimio giu- rato Birmingham. Ma che appello! nel distretto di Columbia non esiste ricorso. Alla forca, godclam! Ma questo sciagurato, ch'è oramai un cadavere roso dall'etisia, non può più parlare, non può più reggersi in piedi, è ridotto a non aver più nemmeno il peso che è necessario parche il capestro possa spezz ire a quest'agonizzante le vertebre del collo.... Non importa: alla forca, l'italiano! Così fu, che quella spaventosa carcassa, d'uomo alto sei piedi, ma non pesante ormai più che quaranta chili, spenzolò per un buon quarto d'ora nel vuoto, la mattina di martedi 24 marzo dell'anno di N. S. 1908, a Washington, metropoli gloriosa degli Stati Uniti d'America. In quel momento, S. A. 11. l'infante di Spagna e duca degli Abruzzi, don Luigi di Savoia, mandava sulla punta delle dita l'ultimo bacio di fidanzato a miss Caterina Elkins, buona e cara giri anche lei dell'America civilissima. .PAPILIUNCULTA.
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