La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 21 - 4 giugno 1908

24 quando 10 si è chiamato un genio nato, ha corretto lo scrit- tore dicendo ch'egli doveva essere chiamato un ingegno. La correttezza dell'uomo pubblico è in queste sue parole: « La mia vita pubblica e privata, non teme alcuna indagine da parte di chicchessia e sono quindi lieto che mi si offra l'occasione di discuterne in tribunale per vedere se gli avversari sono capaci di trovare < un solo torto morale » da attribuirmi, con fonda- mento di verità, in tutta la mia vita ». , Si sa che egli ha iniziato la carriera politica come radictile e che tre anni dopo, a un congresso dell' 86, si è dichiarato so- cialista. Commozione e disillusione. Gli si è tolta la cattedra, e non pochi clienti presero il volo. E' percorrendo per i chilo- metri delle sue cose stampate che troviamo le parole che rias- sumono il perché è fuggito dalla borghesia: « Avrei potuto vi- vere lautamente continuando a frequentare la società borghese. La fuggii perché falsa. Allora non fui più « illustre professore ». ma un e ridicolo ciarlatano »: preferisco gli insulti alle laudi convenzionali ». Coloro che hanno letto Cicerone non hanno bisogno che si dica loro che non si nasce oratori. Bisogna farsi. Ed Enrico Ferri, non appena ha sentito la voluttà dell'oratoria, si è messo a fare delta ginnastica polmonare, parlando ad alta voce per un'ora di seguito tutti i giorni, sopra un tema che estraeva a sorte fra tanti cartellini preparati ch'egli teneva in tasca. Pro- fessore, deputato, autore di libri scientifici, direttore di riviste, avvocato di grandi cause, conferenziere, giornalista a periodi la sua esistenza ha dovuto essere misurata coli' orologio alla mano. E' lui che parla. « Scrivo fra un treno e l'altro, fra l'una e l'altra conferenza di propaganda e di volgarizzazione scientifica e fra l'una e l'altra lezione all'università o una difesa in assise o in tribunale e tra, la direzione del < Socialismo » (una rivista morta) e la direzione, .con annessa amministrazione, di una rivista di giurisprudenza penale, accompagnato e perse- guitato poi sempre da qualche chilogramma di bozze delle se- conde e croniche edizioni di e Socialismo e scienza positiva » e della < Negazione del libero arbitrio », il cui ritardo mi vale tante benedizioni dagli arcigni editori ». Questa sua partenza rappresenta un momento storico della sua vita. Forse egli ha compiuto la parabola delle battaglie e riprende la via di rifarsi la fortuna con il materiale intellettuale e politico ch'egli ha immagazzinato in questi ultimi vent'anni. Noi gli auguriamo buon viaggio. Addio. La Redazione.

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